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02 Set 2014

Svelate le rapidissime mutazioni dell’Ebola

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Il ceppo di virus Ebola che sta flagellando l’Africa ha accumulato oltre 395 mutazioni negli ultimi dieci anni, da quando si è separato dalle famiglie virali che hanno causato le epidemie del passato. 

Il ceppo di virus Ebola che sta flagellando l’Africa ha accumulato oltre 395 mutazioni negli ultimi dieci anni, da quando si è separato dalla famiglie virali che hanno causato le epidemie del passato.  Lo ha svelato uno studio condotto da Augustine Goba e colleghi del Kenema Government Hospital in Sierra Leone, in cui sono state decodificate le sequenze genetiche di 99 campioni di virus raccolti da 78 pazienti durante i primi 24 giorni dell’epidemia in Sierra Leone.

 

La diffusione virale in Sierra Leone è stata ufficialmente documentata per la prima volta il 24 maggio scorso, analizzando un campione di sangue proveniente da una donna incinta che si era ammalata dopo aver partecipato a un funerale di una vittima dell’Ebola in Guinea. Finora, l’epidemia che sta colpendo l’Africa occidentale ha ucciso oltre 1400 persone, tra cui cinque co-autori di questo studio provenienti da Kenema (Sierra Leone).

 

La ricerca pubblicata su Science è “terrificante”, secondo le parole di Erica Ollmann Saphire, biologa del The Scripps Research Institute di La Jolla, California. I dati costituiscono la più ampia raccolta di informazioni genetiche sull’Ebola mai diffusa. Confrontandoli con quelli relativi ai ceppi della Guinea, gli scienziati hanno confermato che il virus è arrivato in Sierra Leone probabilmente portato da 12 persone che avevano partecipato a quel funerale e che lo scoppio dell’epidemia in Africa Occidentale si è avuto in un singolo evento in cui il micro-organismo è passato da un animale a una persona.

 

Inoltre, il virus attuale si è separato da quelli che hanno causato epidemie in passato circa dieci anni fa e nel frattempo ha accumulato più di 395 mutazioni, 50 delle quali solo nel primo mese. Una “carriera” che va fermata prima possibile, perché “più a lungo permettiamo all’epidemia di continuare, maggiori saranno le opportunità del virus di mutare in una forma che rischia di essere anche più pericolosa di quella attuale” ha spiegato Charles Chiu, della University of California di San Francisco. Per ora, comunque, le mutazioni non sembrano incidere sull’efficacia dei farmaci e vaccini sperimentali che si stanno sviluppando. Alcune mutazioni stanno però interessando regioni del genoma valutate dai test diagnostici, che quindi dovranno tenersi al passo con aggiornamenti e monitoraggio continui.

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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