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09 Mag 2018

Trattare con la luce il dolore neuropatico

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Un dolore causato anche solo dal movimento di un singolo pelo su un braccio. Si tratta di dolore neuropatico, una malattia cronica che affligge il 7-8% della popolazione europea e che forse, in futuro, potrà essere curata con nuove terapie grazie ai progressi raggiunti dagli scienziati dell’EMBL – European Molecular Biology Laboratory di Roma. Il gruppo di ricerca ha da poco pubblicato su Nature Communications i risultati di uno studio effettuato sui topi, in cui i farmaci sono sostituiti da un particolare tipo di luce. Cerchiamo di capire insieme di cosa si tratta.

Un dolore causato anche solo dal movimento di un singolo pelo su un braccio. Si tratta di dolore neuropatico, una malattia cronica che affligge il 7-8% della popolazione europea e che forse, in futuro, potrà essere curata con nuove terapie grazie ai progressi raggiunti dagli scienziati dell’EMBL – European Molecular Biology Laboratory di Roma. Il gruppo di ricerca ha da poco pubblicato su Nature Communications i risultati di uno studio effettuato sui topi, in cui i farmaci sono sostituiti da un particolare tipo di luce. Cerchiamo di capire insieme di cosa si tratta.

 

Il dolore neuropatico

 

Il dolore neuropatico è una conseguenza dei danneggiamenti o di patologie a carico del sistema nervoso: i nervi lesi divengono ipereccitabili, provocando un’alterazione del meccanismo che trasmette gli stimoli dalla periferia alle strutture del cervello che si occupano della percezione del dolore. È questo uno dei probabili processi che spiega questa grave condizione. Le cause di tali danni possono essere molteplici: la neuropatia diabetica, la nevralgia post-erpetica (dolori percepiti dopo un’infezione da Herpes zoster, conosciuto anche come “fuoco di Sant’Antonio”), la nevralgia del trigemino. Altre condizioni che possono provocare dolore neuropatico sono tumori e chemioterapia, un ictus, la sclerosi multipla, un’infezione da HIV, l’alcolismo, un trauma con lesione nervosa o l’amputazione di un arto (quello che viene chiamato “dolore da arto fantasma”).

 

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I precedenti trattamenti

 

Precedenti tentativi di alleviare il dolore dei pazienti avevano previsto lo sviluppo di farmaci che avrebbero dovuto agire su singole molecole. A proposito di questo punto Paul Heppenstall, autore della pubblicazione e a capo del team di scienziati, ha spiegato: “Noi pensiamo comunque che non ci sia una singola molecola responsabile ma più di una. Si potrebbe riuscire a bloccarne una o un paio ma altre potrebbero sostituirne la stessa funzione prima o poi. Con il nostro nuovo metodo, basato sulla luce, evitiamo del tutto questo problema”.

 

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La luce come terapia

 

Gli scienziati dell’EMBL hanno identificato uno speciale gruppo di cellule nervose nella pelle, responsabili della sensibilità al tocco delicato. Queste sono le stesse cellule che causano forti sofferenze nei pazienti affetti da dolore neuropatico. Gli studiosi hanno quindi sviluppato un composto chimico sensibile alla luce che, in maniera selettiva, si lega a questa tipologia di cellule nervose. Iniettando questa sostanza nell’area della pelle interessata e quindi illuminandola con una radiazione nel vicino infrarosso, quelle particolari cellule si ritirano dalla superficie della pelle, portando finalmente sollievo. Il tocco e il conseguente dolore sono stati valutati misurando i riflessi di topi affetti da dolore neuropatico agli arti. Le cavie malate ritiravano velocemente le zampe quando toccate delicatamente ma, dopo la terapia con la luce, mostravano normali riflessi. L’effetto della cura dura poche settimane, al termine delle quali le terminazioni nervose ricrescono e anche una lieve carezza ricomincia a far male.
I ricercatori stanno analizzando anche la pelle umana che, per quanto riguarda alcune caratteristiche, sembra simile a quella dei topi. Ciò indica che il metodo potrebbe essere efficace anche per gestire il dolore neuropatico nei pazienti umani. Per ora Heppenstall assicura che ci vorrà ancora molto lavoro prima che studi simili possano essere applicati sugli uomini. Forse, però, un giorno questa soluzione potrà essere finalmente presente negli ospedali.

 

Esiste un’altra luce in grado, invece, di fornire energia pulita alle attività umane. È quella del Sole. Per approfondire questo tema, vi consigliamo di acquistare e leggere “La forza del Sole” di Alessandro Massi Pavan e Vanni Lughi, pubblicato su Sapere di giugno 2017.

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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