Essere illuminati da troppa luce artificiale, per troppo tempo, potrebbe produrre importanti danni biologici e, in generale, accelerare l’invecchiamento.
Essere illuminati da troppa luce artificiale, per troppo tempo, potrebbe produrre importanti danni biologici e, in generale, accelerare l’invecchiamento. Almeno questo è successo nei topolini che sono stati coinvolti in un recente esperimento scientifico di un’Università dei Paesi Bassi.
Molti studi hanno individuato un legame tra la luce artificiale, i disturbi del sonno e una varietà di problemi di salute, tra cui cancro, diabete e malattie cardiovascolari. Differenti ricerche hanno poi identificato un elevato rischio di malattie tra quelli che lavorano di notte. Finora, però, un diretto collegamento tra la luce e cattive condizioni di salute non era mai stato trovato. Alla ricerca di un legame del genere, Eliane Lucassen del Leiden Medical Center ha sottoposto a un programma di luce più intensa del normale un gruppo di topolini, per 24 settimane. Elettrodi impiantati nel cervello degli animali hanno rivelato dei comportamenti irregolari tra i neuroni che controllano il ciclo veglia-sonno, che è aumentato fino a corrispondere a un giorno di circa 25,5 ore.
La luce costante, inoltre, diminuiva la densità ossea, i muscoli e la forza delle zampe anteriori oltre a produrre un’accelerazione generale del processo di invecchiamento. Una volta tornati alla normalità luce-buio, tuttavia, si verificava un recupero globale: i neuroni si normalizzavano, veniva riacquistata la forza e la densità ossea e il ritmo circadiano tornava alle 24 ore originarie. “Questi risultati suggeriscono che un ritmo circadiano fortemente disturbato induce effetti negativi – reversibili – su diversi processi biologici” scrivono gli scienziati su Cell Biology.