Uno degli appuntamenti più attesi nel mondo dell’editoria scientifica è la Top Ten delle scoperte dell’anno stilata da Science e dal suo editore AAAS (American Association for the Advancement of Science). Quest’anno, il primo posto è occupato dalla missione Rosetta.
Uno degli appuntamenti più attesi nel mondo dell’editoria scientifica è la Top Ten delle scoperte dell’anno stilata da Science e dal suo editore AAAS (American Association for the Advancement of Science). Quest’anno, il primo posto è occupato dalla missione Rosetta dell’Agenzia Spaziale Europea. L’elenco, che comprende importanti studi nel campo della medicina, robotica, biologia sintetica e paleontologia, per esempio, è stato pubblicato oggi sulla rivista Science.
La missione Rosetta è stata premiata in toto, sia per l’atterraggio sulla cometa mediante il lander Philae sia per i dati che questa sonda, orbitando intorno alla cometa 67P / Churyumov-Gerasimenko, sta raccogliendo da tempo sulla formazione e sull’evoluzione delle comete. Per esempio, quelli del Rosetta Orbiter Sensor for Ion and Neutral Analysis (ROSINA), un apparato che ha già rilevato la presenza di acqua, metano, idrogeno e altri composti più rari, come acido cianidrido e formaldeide.
Vediamo quali sono gli altri nove classificati, rigorosamente NON in ordine di importanza.
La transizione dinosauro-uccello: quest’anno, sono stati pubblicati molti articoli che hanno confrontato i fossili dei primi uccelli e dinosauri ai moderni uccelli, rivelando che alcune famiglie di dinosauri hanno sviluppato corpi piccoli che pesavano poco e che hanno permesso loro di evolversi in molti tipi di uccelli e sopravvivere all’estinzione di circa 66 milioni di anni fa.
Il sangue giovane può aiutare gli anziani: alcuni ricercatori hanno dimostrato che il fattore sanguigno GDF11 prelevato dal sangue di giovani topi può ringiovanire muscoli e cervello dei topi più anziani. Una scoperta che ha fatto cominciare trial clinici in cui pazienti con Alzheimer ricevono plasma da donatori giovani.
I robot possono collaborare tra loro: Nuovi software e robot interattivi che, per esempio, istruiscono sciami di termiti robot per costruire una semplice struttura, stanno dimostrando che i robot possono lavorare insieme senza alcun controllo umano.
Chip neuromorfici: imitando l’architettura di un cervello umano, ingegneri informatici della IBM e di altre società hanno realizzato per la prima volta su larga scala chip “neuromorfici” che sono stati progettati per elaborare le informazioni in modi come farebbero dei veri e propri cervelli.
Cellule Beta: due pionieristici gruppi di scienziati hanno sviluppato due metodi diversi per far crescere in laboratorio cellule che ricordano da vicino le cellule beta, ossia quelle del pancreas che producono insulina. Un’opportunità senza precedenti per studiare il diabete.
L’arte rupestre indonesiana: un gruppo di ricercatori ha scoperto che alcuni disegni a mano e dipinti di animali in una grotta indonesiana, che si pensava risalissero a 10 mila anni fa, erano in realtà databili tra 35 e 40 mila anni fa. Le scoperte suggeriscono che gli esseri umani in Asia producevano arte simbolica contemporaneamente ai primi “artisti” rupestri europei.
Manipolazione della memoria: Usando l’optogenetica, una tecnica che dirige l’attività dei neuroni mediante fasci di luce, i ricercatori hanno dimostrato di poter manipolare ricordi specifici nei topi. L’eliminazione delle memorie esistenti e l’impianto di nuove potrebbe essere una strada per cambiare il “contenuto emotivo” di un cervello.
CubeSats: i satelliti a basso costo con lati di soli 10 centimetri quadrati sono stati lanciati oltre 10 anni fa ma solo nel 2014, dopo essere stati considerati solo degli strumenti per gli studenti universitari, hanno cominciato a fare scienza “vera”.
Ampliamento dell’alfabeto genetico: i ricercatori hanno progettato un batterio E. coli dotato di due nucleotidi supplementari, chiamati X e Y, in aggiunta ai normali G, T, C e A che costituiscono i mattoni standard del Dna. Questi batteri sintetici non si possono riprodurre al di fuori di un laboratorio, ma possono essere utilizzati per creare proteine che hanno degli aminoacidi “innaturali”.