L’Agenzia Spaziale Europea ha deciso in questi giorni il termine delle operazioni della sonda Rosetta, che attualmente orbita intorno alla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko: settembre 2016.
L’Agenzia Spaziale Europea ha deciso in questi giorni il termine delle operazioni della sonda Rosetta, che attualmente orbita intorno alla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko: settembre 2016. A circa un anno dallo storico atterraggio del lander Philae sulla cometa, avvenuto il 12 novembre, arriva dunque l’annuncio dell’atto finale di questa fondamentale missione, che ha portato per la prima volta un manufatto umano direttamente a contatto con un corpo celeste di questo genere.
In questi mesi, gli scienziati si sono confrontati a lungo per pianificare le prossime mosse di Rosetta e, a quanto pare, la soluzione dello schianto sulla cometa nel settembre dell’anno prossimo è risultata quella più vantaggiosa sotto tutti i punti di vista. Dal punto di vista economico, infatti, i finanziamenti per le operazioni di Rosetta, che continua a raccogliere dati anche se il lander Philae non dà più segni di funzionamento da luglio, finiranno proprio a settembre 2016.
Periodo in cui, contemporaneamente, la cometa si dirigerà verso lo spazio profondo, là dove il gelo e la distanza dal Sole renderanno molto difficili le comunicazioni con Rosetta, che è alimentata a energia solare. Dopo aver preso in considerazione l’ipotesi di ibernare l’orbiter per 4-5 anni (fino al ritorno dalle parti del Sole) e aver scartato questo scenario per le oggettive difficoltà logistiche, il centro operativo ha optato per la pianificazione di una collisione gentile con la cometa.
Rosetta, infatti, da agosto comincerà ad avvicinarsi molto lentamente alla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, fino a schiantarsi con dolcezza su di essa. E qui veniamo alla convenienza scientifica: dato che Rosetta si muoverà addirittura più lentamente di quanto fece il lander Philae a novembre 2014, potrà raccogliere molti più dati e immagini migliori e il suo sacrificio, alla fine, porterà un frutto che non farà che aumentare la gratitudine che già nutriamo nei suoi confronti.
