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17 Apr 2019

C’è o non c’è metano su Marte?

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Tra le ultime notizie provenienti da Marte nelle precedenti settimane figurava quella del rilevamento di metano nell’atmosfera operata da due differenti strumenti, lo spettrometro di Fourier a bordo della sonda Mars Express e il rover Curiosity. Ma ecco che, a pochi giorni dalla pubblicazione di questi dati, è comparso su Nature un nuovo studio: “No detection of methane on Mars from early ExoMars Trace Gas Orbiter observations”. Nessuna traccia di metano registrata da uno strumento con un’altissima sensibilità. Cosa potrebbe spiegare queste informazioni apparentemente discordanti?

Tra le ultime notizie provenienti da Marte nelle precedenti settimane figurava quella del rilevamento di metano nell’atmosfera operata da due differenti strumenti, lo spettrometro di Fourier a bordo della sonda Mars Express e il rover Curiosity. Ma ecco che, a pochi giorni dalla pubblicazione di questi dati, è comparso su Nature un nuovo studio: “No detection of methane on Mars from early ExoMars Trace Gas Orbiter observations”. Nessuna traccia di metano registrata da uno strumento con un’altissima sensibilità. Cosa potrebbe spiegare queste informazioni apparentemente discordanti?

 

La missione ExoMars e il Trace Gas Orbiter

 

Il Trace Gas Orbiter (TGO) è parte della missione ExoMars, una collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e quella russa, la Roscosmos, il cui obiettivo principale è la ricerca di prove della presenza di metano o di tracce di altri gas atmosferici che possano essere il segno di processi biologici o geologici attivi. In particolare TGO, che è stato lanciato nel marzo 2016 e ha raggiunto il Pianeta rosso nell’ottobre dello stesso anno, è il primo veicolo progettato in maniera specifica per studiare i gas che compongono meno dell’1% dell’atmosfera marziana (costituita quasi interamente da anidride carbonica), tra cui l’ozono, il vapore acqueo e il metano. La strumentazione ha iniziato a raccogliere dati atmosferici a partire da aprile 2018 e, fino ad agosto dello stesso anno, non c’è stato alcun segno della presenza di metano, nonostante la sensibilità di rilevazione sia elevatissima: può registrare la presenza di un gas avente una concentrazione al di sotto di 50 parti per bilione.

 

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I primi risultati

 

Come già accennato, il rilevamento di metano su Marte è per gli scienziati un’indicazione delle attività geochimiche o biologiche che potrebbero essere ancora in atto. Misurazioni precedenti del gas hanno mostrato testimonianze di concentrazioni di fondo transitorie, ma localmente elevate, e variazioni stagionali: questi dati, tuttavia, non si accordano facilmente con la comprensione attuale della chimica e della fisica che governano l’atmosfera marziana. Le misure del TGO, raccolte tra aprile e agosto 2018, non hanno trovato tracce di metano in aree di entrambi gli emisferi, ottenendo un limite superiore del gas di circa 0,05 parti per miliardo in volume, da 10 a 100 volte più basso di ciò che è stato precedentemente riportato in rilevazioni positive.

 

Possibili spiegazioni dell’assenza di metano

 

Il metano c’è o non c’è? Come riporta la News di Nature, i ricercatori stanno cercando una risposta che spieghi il disaccordo tra i dati registrati da TGO e quelli di Mars Express e Curiosity. Quest’ultima, effettivamente, cerca il metano a una altitudine di un metro al di sopra della superficie del pianeta mentre TGO effettua le sue misurazioni a ben 5 chilometri di distanza dal suolo marziano. Ci potrebbe essere qualcosa che distrugge il metano in vicinanza della superficie: Michael Mumma, un planetologo del Goddard Space Flight Center della NASA di Greenbelt, nel Maryland (Stati Uniti), ha dichiarato che il metano che fuoriesce dal terreno potrebbe essere rimosso da una qualche reazione chimica a bassa altitudine, che forse coinvolge la polvere, prima che possa essere trasportato più in alto. Il processo tramite il quale particelle di polvere riescano a impoverire il contenuto di metano dell’atmosfera marziana è stato approfondito da un gruppo di scienziati dell’Aarhus University, in Danimarca, che ha presentato la propria teoria allo European Geosciences Union meeting di Vienna di quest’anno.
Mentre gli studiosi cercheranno di trovare una spiegazione per la discordanza dei dati raccolti, TGO continuerà a controllare l’atmosfera di Marte fino al 2022.

 

Non vi va di lasciare il Pianeta rosso? Acquistate e leggete l’articolo di Giovanni Bignami, “Progetto Marte: tra fantascienza e realtà”, pubblicato nel numero di dicembre 2016 di Sapere.

 

Immagine di copertina: riproduzione artistica della missione ExoMars che mostra la separazione tra il modulo Schiaparelli e il Trace Gas Orbiter. Credits: ESA/ATG medialab

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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