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26 Set 2019

C’è stato un tempo in cui Venere era abitabile?

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È possibile che Venere per circa 2-3 miliardi di anni sia stato un pianeta temperato, con acqua allo stato liquido, al contrario di quello che possiamo osservare oggi. Sono i risultati di uno studio presentato da Michael Way del Goddard Institute for Space Science della NASA durante il EPSC (European Planetary Science Congress)-DPS (Division for Planetary Sciences) Joint Meeting 2019.

È possibile che Venere per circa 2-3 miliardi di anni sia stato un pianeta temperato, con acqua allo stato liquido, al contrario di quello che possiamo osservare oggi. Sono i risultati di uno studio presentato da Michael Way del Goddard Institute for Space Science della NASA durante il EPSC (European Planetary Science Congress)-DPS (Division for Planetary Sciences) Joint Meeting 2019.

 

Simulazioni raccontano una storia diversa per il pianeta Venere

 

Come spiegato nel lavoro presentato, il canonico punto di vista sulla storia climatica di Venere descrive un pianeta che per la maggior parte della sua esistenza ha presentato acqua liquida sulla sua superficie, una tettonica delle placche e, quindi, un clima temperato stabile simile a quello della nostra Terra. Questa ricostruzione si basa in parte sui dati raccolti dalla missione Pioneer quarant’anni fa, informazioni che testimoniavano un rapporto tra deuterio e ossigeno tale da implicare che Venere avesse avuto un oceano di bassa profondità prima che un evento globale avesse provocato un effetto serra incontrollato. Il pianeta si sarebbe così trasformato nell’attuale “inferno” dalle nubi di acido solforico, con altissime temperature e pressione atmosferica. Dopo Pioneer, non ci sono state altre missioni su questo corpo celeste ed è stato difficile poter confermare questa teoria senza ulteriori prove.
Way e il suo collega, Anthony Del Genio, hanno quindi elaborato una serie di simulazioni, ipotizzando diversi livelli di copertura di acqua per capire se quell’interpretazione fosse in altro modo convalidabile.

 

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Un pianeta con acqua liquida

 

Gli scenari simulati sono stati 5 e in tutti i ricercatori hanno trovato che Venere è stato in grado di mantenere temperature comprese tra un massimo di 50°C e un minimo di 20°C per un periodo di circa 3 miliardi di anni. Tre degli scenari hanno usato una topografia uguale a quella attualmente presente su Venere, considerando un oceano profondo di 310 metri, uno strato più superficiale di 10 metri e una piccola quantità di acqua bloccata nel suolo. Per confronto è stato incluso anche uno scenario realizzato con la topografia della Terra e uno in cui il pianeta sarebbe stato completamente coperto dalle acque per uno spessore di 158 metri. Per simulare le condizioni ambientali presenti 4,2 miliardi di anni fa (la nascita di Venere), 715 milioni di anni fa e oggi, gli scienziati hanno adattato un modello 3D di circolazione generale per considerare l’aumento di irraggiamento solare e i cambiamenti nella composizione atmosferica. Perché simulare scenari risalenti proprio a circa 715 milioni di anni fa? Sembra che questo sia stato il tempo in cui qualcosa ha sconvolto la “sorella della Terra” per trasformarla nel pianeta che conosciamo oggi.

 

Poi qualcosa accadde…

 

Quali sono state le fasi che hanno preceduto il fatidico evento risalente a 715 milioni di anni fa? Poco dopo la sua formazione, 4,2 miliardi di anni fa, Venere dovrebbe aver completato un periodo di rapido raffreddamento e la sua atmosfera avrebbe dovuto contenere alte concentrazioni di anidride carbonica. Se il pianeta si è evoluto come la Terra nei successivi 3 miliardi di anni, l’anidride carbonica è sarebbe dovuta essere quindi assorbita dalle rocce silicatiche e bloccata all’interno della sua superficie. In una seconda fase, modellata a 715 milioni di anni fa, in atmosfera ci sarebbe dovuto essere in gran parte azoto con tracce di CO2 e metano – proprio come la Terra oggi – e questa condizione avrebbe potuto essere permanente fino al presente. Ma è successo altro. C’è stato un degassamento, un rilascio di grandi quantità di anidride carbonica che poi non è stata riassorbita, si è accumulata in atmosfera e ha creato quell’effetto serra che ha portato alla drammatica trasformazione di Venere. Quale potrebbe essere stata la causa di questo fenomeno? Gli studiosi propongono come possibile colpevole l’attività vulcanica del pianeta: grandi quantità di magma sarebbero state eruttate, rilasciando CO2 proveniente dalle rocce fuse. Il magma si sarebbe quindi solidificato prima di raggiungere la superficie e questo avrebbe creato una barriera che ha fatto sì che il gas non potesse essere riassorbito. La presenza di grandi quantità di anidride carbonica avrebbe portato a un effetto serra incontrollato e a quelle temperature di circa 400°C che dominano ora il pianeta.

 

Nuove considerazioni sull'”abitabilità” e progetti futuri

 

Questo studio ha permesso di ripensare ai limiti della zona di abitabilità presente in un sistema solare: si credeva che Venere fosse troppo vicino al Sole per avere acqua liquida ma probabilmente non è così. Prima di affermare che il pianeta sia stato abitabile è, però, necessario trovare la risposta ad alcune domande: quanto velocemente Venere si è raffreddato inizialmente ed era possibile condensare acqua liquida sulla sua superficie? L’evento che ha cambiato le condizioni ambientali di Venere è stato singolo o c’è stata una serie di fenomeni minori andati avanti per miliardi di anni nella storia del pianeta? Per trovare la soluzione di questi quesiti sarà necessario progettare nuove missioni per raccogliere informazioni che ci permettano di raccontare la storia e l’evoluzione di Venere in maniera più dettagliata.

 

C’è anche Venere nel “Fotoracconto dello spazio” di Ettore Perozzi, pubblicato nel numero di agosto 2017 di Sapere.

 

Immagine di copertina, rappresentazione artistica di Venere ricoperta da acqua liquida. Credits: NASA

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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