Il Sole ha un gemello: il suo nome è HD 186302 e la sua scoperta è descritta in un articolo pubblicato su Astronomy and Astrophysics, scritto dai ricercatori dell’Istituto di astrofisica del Portogallo. Perché questo studio è così importante? Scopriamolo insieme.
Il Sole ha un gemello: il suo nome è HD 186302 e la sua scoperta è descritta in un articolo pubblicato su Astronomy and Astrophysics, scritto dai ricercatori dell’Istituto di astrofisica del Portogallo. Perché questo studio è così importante? Scopriamolo insieme.
Il Sole, la nostra stella
Il Sole è una stella, classificata come nana gialla, una sfera rovente di gas composta da idrogeno (91.0%) ed elio (8,9%), la cui superficie può raggiungere temperature di circa 5500°C. La sua gravità tiene insieme il Sistema solare e la sua interazione con la Terra determina la presenza delle stagioni, delle correnti oceaniche, del tempo meteorologico, del clima, delle fasce di radiazioni e delle aurore. Trovare un gemello della nostra stella, oltre a chiarire aspetti della sua formazione, riveste un ruolo rilevante anche nella ricerca di pianeti in cui può essersi sviluppata la vita come la conosciamo.
Alla ricerca di un gemello
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Nonostante il Sole sia così speciale per noi, in realtà esistono miliardi di stelle simili nella nostra galassia, la Via Lattea. Questo perché, come ha dichiarato all’ANSA Isabella Pagano, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) di Catania, le stelle non nascono da sole ma “in gruppi di centinaia e migliaia, dalla stessa nube di gas e polveri, che si aggrega per instabilità gravitazionale. Con il tempo le stelle di questi ammassi si allontanano e si disperdono”. Il Sole, quindi, non ha un unico gemello e l’individuazione degli altri “fratelli” potrebbe “aiutarci a capire dove si trovava nella galassia e in quali condizioni il Sole è stato formato”, come ha dichiarato Vardan Adibekyan, autore principale dell’articolo pubblicato su Astronomy and Astrophysics.
Lo studio pubblicato su Astronomy and Astrophysics
Gli astronomi hanno cercato i possibili candidati in AMBRE (Archéologie avec Matisse Basée sur les aRchives de l’ESO), un esteso database di spettri di stelle raccolti dallo European Southern Observatory (Osservatorio Europeo Australe). Lo studio ha utilizzato come parametri discriminanti la composizione chimica e l’età delle stelle, ricavati da spettri ad alta risoluzione. Questi dati sono stati, a loro volta, combinati con quelli astrometrici raccolti da Gaia, missione che ha contribuito anche all’esame della cinematica dei possibili gemelli del Sole. Su 17.000 candidati vi è stata una prima scrematura che ha portato a 12 e poi a 4 possibili “vincitori”, con età compatibili. Dopo ulteriori confronti si è finalmente arrivati a HD 186302, lontano 184 anni luce da noi.
A partire da queste informazioni, in futuro gli scienziati potrebbero occuparsi della ricerca di pianeti presenti nell’orbita di HD 186302: questo gemello possiede, infatti, le stesse dimensioni, età, temperatura, luminosità e composizione chimica del Sole, quella medesima combinazione di caratteristiche che ha fatto sì che sul pianeta Terra si sviluppasse la vita.
Per conoscere l’importanza che la nostra stella riveste anche in termini di sostenibilità ed energia pulita, acquistate e leggete l’articolo “La forza del Sole” di Alessandro Massi Pavan e Vanni Lughi, pubblicato su Sapere di giugno 2017.