Juno, la sonda della NASA alimentata a energia solare, si sta avvicinando a Giove per carpire i segreti del gigante del Sistema Solare.
Juno, la sonda della NASA alimentata a energia solare, si sta avvicinando a Giove per carpire i segreti del gigante del Sistema Solare. Domani mattina, ora italiana, la sonda rallenterà fino a 250 mila chilometri all’ora e, con un sistema di pilota automatico e senza nessun intervento da Terra, scivolerà nell’orbita intorno a Giove.
Juno (JUpiterNear-polarOrbiter) si sta muovendo in un ambiente con radiazioni ostili ma “dovrebbe essere in grado di resistere” ha spiegato Kenny Starnes, della Lockheed Martin, azienda che ha costruito la sonda. Il veicolo è dotato di una cassaforte di titanio che protegge dalle radiazioni il computer principale e l’elettronica più delicata: gli scienziati prevedono che, anche così schermata, la strumentazione subirà una quantità di radiazioni pari a quelle corrispondenti a circa 100 milioni di radiografie dentali.
Tra i nove strumenti a bordo della sonda, che è stata lanciata il 5 agosto 2011 e che finora ha percorso quasi 3 miliardi di chilometri, c’è anche lo spettrometro italiano Jiram (JovianInfraRedAuroral Mapper). Questo strumento, finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana e realizzato da Leonardo-Finmeccanica, avrà il compito di raccogliere immagini delle misteriose aurore polari del pianeta e di analizzare gli strati superiori della sua atmosfera.
Juno dovrebbe arrivare nell’orbita di Giove alle 5.35 del mattino (ora italiana) di martedì 5 luglio e si tratta del primo veicolo spaziale a energia solare che si muove così lontano dal Sole. La missione Juno terminerà nel 2018 quando la sonda si tufferà deliberatamente nell’atmosfera di Giove e andrà incontro alla disintegrazione. Un sacrificio necessario che eviterà al veicolo di schiantarsi su una delle lune del pianeta che sono potenzialmente abitabili.
[Immagine: credit NASA/JPL-Caltech]