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06 Set 2019

L’India verso la Luna: aspettando l’allunaggio di Chandrayaan 2

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Dopo il fallimento della missione israeliana Beresheet, sono gli indiani a tentare un atterraggio controllato sulla Luna con la loro seconda missione sul nostro satellite naturale. Si chiama Chandrayaan 2 e, nel caso dovesse riuscire a raggiungere il suolo lunare, promette di fornire agli scienziati dei dati preziosi. L’atterraggio del lander è previsto tra oggi e domani, 6 e 7 settembre 2019. In attesa di notizie, potete leggere caratteristiche e obiettivi di questa missione così particolare.

Dopo il fallimento della missione israeliana Beresheet, sono gli indiani a tentare un atterraggio controllato sulla Luna con la loro seconda missione sul nostro satellite naturale. Si chiama Chandrayaan 2 e, nel caso dovesse riuscire a raggiungere il suolo lunare, promette di fornire agli scienziati dei dati preziosi. L’atterraggio del lander è previsto tra oggi e domani, 6 e 7 settembre 2019. In attesa di notizie, potete leggere caratteristiche e obiettivi di questa missione così particolare.

 

 

Chandrayaan 2, la seconda missione indiana per esplorare la Luna

 

L’ ISRO (Indian Space Research Organization) dopo la prima missione, Chandrayaan 1, del 2008, ci riprova con un progetto molto più ambizioso. Prima di tutto, se Chandrayaan 2 dovesse riuscire a effettuare un allunaggio controllato, l’India sarebbe il quarto paese dopo Stati Uniti, Russia e Cina ad avercela fatta. Il lancio, dopo contrattempi e ritardi, è avvenuto il 22 luglio scorso grazie al razzo GSLV Mk-III. Chandrayaan 2 è composto da un orbiter, un lander (Vikram) e un rover (Pragyan): una volta che Vikram sarà a 35 chilometri dalla Luna, i suoi propulsori attutiranno la discesa, diminuendo la velocità del veicolo da 6 chilometri al secondo fino a quasi zero. Vikram possiede un sistema di atterraggio autonomo, progettato per selezionare un sito che sia privo di grossi massi che ne metterebbero in pericolo le operazioni e l’integrità. Se tutto dovesse andare per il verso giusto, il lander rilascerebbe il rover Pragyan, in grado di percorrere fino a 500 metri. Inizierebbe così, la fase di raccolta dati mediante la strumentazione a bordo. Ma quali sono gli obiettivi di Chandrayaan 2? Quali tipi di informazioni verranno registrate?

 

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Gli obiettivi della missione indiana

 

La seconda spedizione indiana alla volta della Luna andrà a studiare un’area ancora inesplorata: il polo sud, lì dove potrebbe essere possibile trovare acqua in aree perennemente in ombra o testimonianze fossili di quello che era il giovane Sistema Solare nei crateri presenti. Le informazioni raccolte serviranno a migliorare la comprensione dell’origine ed evoluzione della Luna attraverso una lunga serie di esami. Chandrayaan 2 porta con sé 13 strumenti indiani e uno della NASA attraverso i quali sarà possibile studiare la topografia e la sismografia del satellite, si potranno identificare i minerali e la loro distribuzione, saranno rivelate la composizione chimica della superficie, le caratteristiche termofisiche del suolo e la composizione della rarefatta atmosfera lunare. In particolare la strumentazione dell’orbiter condurrà osservazioni di telerilevamento (remote sensing) mentre Vikram e Pragyan si occuperanno delle misure in situ, nei pressi del luogo dell’atterraggio.
Oltre alla ricerca di tracce d’acqua, essenziale in vista di future missioni con equipaggio umano, sarà esaminato un altro interessante fenomeno: i terremoti lunari. Come riportato nella News di Nature, una sonda del lander provvederà a misurare questi eventi generati dal contrarsi e spezzarsi della crosta, a sua volta dovuti al “restringimento” di circa 50 metri del nostro satellite, avvenuto nel corso dei passati migliaia di milioni di anni.

 

Aspettando l’allunaggio

 

Chandrayaan 2, tra oggi e domani (nelle prime ore del 7 settembre 2019, nel fuso orario indiano), tenterà un atterraggio soffice del suo lander e del rover in un’alta pianura compresa tra due crateri, Manzinus C and Simpelius N, alla latitudine di circa 70° sud. Gli esperimenti sulla Luna dovrebbero durare 14 giorni terrestri (un giorno lunare) mentre quelli in orbita continueranno per un anno. In attesa di conoscere l’esito delle prossime fasi del viaggio del veicolo spaziale indiano, godetevi l’animazione 3D in cui viene descritta la missione:

 

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Mentre la missione indiana cercherà di raccogliere dati sui terremoti lunari, noi qui vi proponiamo di capire come si studiano quelli terrestri. Lo facciamo consigliandovi l’articolo di Romano Camassi, “Ricerche storiche e difesa dai terremoti”. Acquistatelo singolarmente o con l’intero numero di Sapere di aprile 2016 in cui è pubblicato.

 

Immagine di copertina: Kailasavadivoo Sivan, a capo dell’ISRO, mostra i modelli in scala dell’orbiter e del lander della missione Chandrayaan 2 durante una conferenza stampa. Credits: Press release, Department of Space, ISRO

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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