Vi ricordate Beresheet? Era la navicella spaziale della prima missione israeliana che avrebbe dovuto effettuare un allunaggio controllato in aprile. Un progetto quasi del tutto supportato da fondi privati che, però, aveva avuto un epilogo poco felice: al momento dell’atterraggio qualcosa non ha funzionato nel sistema di comunicazione e il veicolo si è schiantato sulla superficie lunare. Sembra, però, che ci fossero degli “intrusi” nel carico dell’astronave: tardigradi che ora sono sul nostro satellite in attesa di essere risvegliati. Cosa sono i tardigradi e cosa è accaduto nella preparazione della missione Beresheet?
Vi ricordate Beresheet? Era la navicella spaziale della prima missione israeliana che avrebbe dovuto effettuare un allunaggio controllato in aprile. Un progetto quasi del tutto supportato da fondi privati che, però, aveva avuto un epilogo poco felice: al momento dell’atterraggio qualcosa non ha funzionato nel sistema di comunicazione e il veicolo si è schiantato sulla superficie lunare. Sembra, però, che ci fossero degli “intrusi” nel carico dell’astronave: tardigradi che ora sono sul nostro satellite in attesa di essere risvegliati. Cosa sono i tardigradi e cosa è accaduto nella preparazione della missione Beresheet?
Beresheet e il suo carico segreto
Vi avevamo già accennato che Beresheet portava con sé una specie di capsula del tempo contenente testimonianze della vita sulla Terra. La Arch Mission Foundation aveva provveduto a realizzare una libreria contenente un esteso archivio di informazioni riguardanti la storia della civiltà umana. Una volta fallito l’allunaggio, l’organizzazione statunitense non ha solo spiegato che il loro materiale potrebbe essere l’unica cosa sopravvissuta all’impatto ma ha anche rivelato che, tra il materiale biologico spedito durante la missione, oltre al DNA umano, c’erano anche dei tardigradi. Cosa sono e perché fa tanto scalpore che questi esseri siano stati inviati sulla Luna?
Cosa sono i tardigradi e come potrebbero sopravvivere sulla Luna?
I tardigradi sono degli invertebrati, per l’esattezza appartengono al superphylum dei protostomi, animaletti delle dimensioni nella scala del millimetro. Malgrado il loro strano aspetto (lo vedete nell’immagine di copertina) posseggono delle straordinarie capacità: possono vivere a – 180°C così come a 150°C, a migliaia di pressioni atmosferiche così come nel vuoto spaziale – ciò è stato dimostrato durante gli esperimenti biologici di due missioni condotte sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) – e non temono nessun tipo di radiazione. Ma, soprattutto, sono in grado di vivere in assenza di acqua: senza il prezioso liquido si seccano completamente, si appallottolano e rimangono in questo stato liofilizzato, sempre pronti a ripristinare il loro metabolismo e a risvegliarsi con il ritorno dell’acqua, anche dopo decenni. I tardigradi non temono gli ambienti estremi: sono in Antartide, nei deserti, nei boschi e anche semplicemente nei muschi e licheni che sono sui tronchi degli alberi dei nostri parchi cittadini. Se desiderate saperne di più guardate questo video:
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E così non è la prima volta che i tardigradi fanno un giretto nello spazio. Cosa potrebbe succedere sulla Luna? Perché la presenza di questi animali sta creando agitazione nel mondo scientifico (e non solo)?
Una storia di pirateria spaziale
I tardigradi sono stati spediti sul nostro satellite nella forma disidratata e conservati in resina o attaccati su un nastro. Riusciranno mai a svegliarsi e a colonizzare la Luna? Attualmente potrebbero essere sopravvissuti all’impatto ma in uno stato dormiente e con il metabolismo allo 0,01% del normale tasso. Per essere riattivati avrebbero bisogno prima di tutto di acqua: un po’ difficile sulla Luna dove non c’è acqua liquida e neanche un’atmosfera, come ha dichiarato l’astrobiologo Lukasz Kaczmarek al The Guardian. Gli scienziati sono piuttosto concordi nell’affermare che questi strani animali non conquisteranno il corpo celeste ma che sicuramente sarebbero un interessante oggetto di studio se riportati qui e quindi rianimati per analizzare gli effetti del loro viaggio extraterrestre.
C’è però una questione più complessa: non era stato concesso alcun permesso affinché i tardigradi venissero caricati su Beresheet e trasportati sulla Luna e nessuno ha effettuato controlli prima del lancio. Esistono delle linee guida che regolano il carico di materiale biologico da inviare nello spazio e, inoltre, ciò che è successo non ha rispettato parte dell’Outer Space Treaty, il trattato sui principi che governano le attività degli Stati in materia di esplorazione ed utilizzazione dello spazio extra-atmosferico, compresa la Luna e gli altri corpi celesti. In particolare non sarebbe stato rispettato il principio per cui “gli Stati dovrebbero evitare contaminazioni dannose dello spazio e dei corpi celesti”.
Come ha affermato alla BBC Monica Grady, professoressa di scienze dei pianeti e dello spazio presso la Open University del Regno Unito, l’ambiente lunare incontaminato ora non è più tale anche se, effettivamente, le missioni Apollo ne avevano già compromesso l’integrità.
A proposito dell’introduzione dei tardigradi nel carico di Beresheet e del contravvenire alle leggi che governano l’esplorazione spaziale, il co-fondatore della Arch Mission Foundation, Nova Spivack, ha dichiarato: “Tecnicamente sono il primo pirata spaziale”. Vedremo in futuro quali saranno le conseguenze scientifiche e diplomatiche di questo gesto.
La Luna è uno splendido spettacolo anche da qui. Godete della sua bellezza sfogliando l’articolo di Ettore Perozzi, “Fotoracconto della Luna”, pubblicato nel numero di Sapere di giugno 2019.
Credits immagine di copertina: Schokraie E, Warnken U, Hotz-Wagenblatt A, Grohme MA, Hengherr S, et al. (2012) [CC BY 2.5]