Sembravano essere arrivate notizie incoraggianti dalla Luna: pochi giorni fa erano germogliate per la prima volta delle piante sul nostro satellite. Semi di cotone custoditi in una piccola serra, parte di uno degli esperimenti legati alla missione Chang’e-4. Purtroppo, con il calare delle temperature, i piccoli vegetali non sono sopravvissuti al freddo.
Sembravano essere arrivate notizie incoraggianti dalla Luna: pochi giorni fa erano germogliate per la prima volta delle piante sul nostro satellite. Semi di cotone custoditi in una piccola serra, parte di uno degli esperimenti legati alla missione Chang’e-4. Purtroppo, con il calare delle temperature, i piccoli vegetali non sono sopravvissuti al freddo.
La missione Chang’e-4
Chang’e-4 è la prima missione a posarsi sul lato del satellite opposto alla Terra. Allunata sull’emisfero sud della faccia nascosta della Luna il 3 gennaio scorso, per l’esattezza nel cratere Von Kármán, ha come obiettivo la raccolta di dati che aiutino ad approfondire la conoscenza della geologia, dell’origine e dell’evoluzione del nostro satellite. Tra gli esperimenti previsti c’è un “mini-ecosistema”, progettato dall’Università di Chongqing della Cina sud-occidentale in collaborazione con altre 28 università cinesi.
La mini-biosfera
L’esperimento consiste in un piccolo contenitore sigillato che ha al suo interno semi, nutrienti, aria, acqua ma anche lieviti, uova di Drosophila (moscerino della frutta) e ancora semi di patata e di arabetta comune. Come è descritto in un articolo apparso su Nature, l’idea è di permettere alle piante di cercare di creare una mini-biosfera, un ambiente artificiale che si autosostenga. Xie Genxin, scienziato della Chongqing University e a capo del progetto dell’esperimento biologico nella missione Chang’e, ha spiegato: “Questo fornirà una base agli scienziati di tutto il mondo per studiare la crescita biologica e la fotosintesi in condizioni di bassa gravità, grande differenza di temperatura e illuminazione prolungata della Luna”.
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Purtroppo, con l’arrivo della lunga notte lunare, la temperatura all’interno della mini-serra di Cheng’e-4 sarebbe scesa a – 52 gradi, ponendo fine, dopo circa 213 ore, all’esperimento biologico. La notizia è stata riportata ieri, 15 gennaio 2018, sul sito dell’ANSA che, a sua volta, ha fatto riferimento alle informazioni diffuse dall’agenzia di stampa China News Service.
Il perché di questo esperimento
Xie ha aggiunto che gli esperimenti saranno di supporto anche alla ricerca legata alla coltivazione di piante sulla Luna e potrebbe essere un punto di inizio per pensare alla costruzione di future basi lunari per esseri umani. A proposito di questo Anna-Lisa Paul, scienziata che si occupa di orticoltura presso la University of Florida di Gainesville, prima del lancio della missione cinese aveva raccontato a Nature: “Quando compiremo il passo verso l’insediamento umano a lungo termine sulla Luna o su Marte, avremo necessità di serre per il nostro sostentamento e avremo bisogno di vivere in qualcosa di simile a una biosfera”.
Questi esperimenti stanno cercando, inoltre, di verificare i risultati di precedenti studi svolti sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), i quali stabilirono che la patata e l’arabetta possono crescere normalmente in un ecosistema controllato in presenza di una gravità più bassa rispetto a quella della Terra, ma non tanto quanto quella della Luna. Nel caso della missione cinese il fattore limitante è stato, invece, la temperatura.
Quando si parla di missioni a lungo termine con equipaggio umano, molti di noi non possono fare a meno di immaginare un futuro su Marte. Se l’argomento vi interessa sicuramente appresserete l’articolo di Giovanni Bignami, “Progetto Marte: tra fantascienza e realtà”, pubblicato nel numero di dicembre 2016 di Sapere.