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08 Mag 2015

Rischio demenza per gli astronauti che viaggeranno verso Marte

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La corsa alla colonizzazione del Pianeta Rosso potrebbe essere frenata da un ostacolo apparentemente insormontabile. Secondo un nuovo studio, infatti, gli astronauti potrebbero soffrire di una forma di demenza irreversibile, a causa del bombardamento di radiazioni spaziali subito dal loro cervello.

La corsa alla colonizzazione del Pianeta Rosso potrebbe essere frenata da un ostacolo apparentemente insormontabile. Secondo un nuovo studio, infatti, gli astronauti potrebbero soffrire di una forma di demenza irreversibile, a causa del bombardamento di radiazioni spaziali subito dal loro cervello.

 

Raggi cosmici che danneggiano il cervello

La ricerca della University of California ha infatti scoperto che particelle che hanno una carica energetica elevata, come quelle che si trovano nei raggi cosmici galattici, possono danneggiare significativamente il sistema nervoso centrale, provocando problemi cerebrali (soprattutto nelle donne, notoriamente più suscettibili a questo tipo di fenomeno). “Si tratta di una notizia negativa per astronauti che, nel caso di un viaggio verso Marte, potrebbero essere impegnati anche in una crociera di due o tre anni” ha spiegato Charles Limoli, tra gli autori della ricerca pubblicata su Science Advances.

 

Due anni di radiazioni

A seconda della velocità di lancio, un viaggio verso il Pianeta Rosso potrebbe necessitare di 150 o 300 giorni, considerando che la Terra dista da Marte, quando le loro orbite sono più vicine, circa 55 milioni di chilometri. Questo significa che, in caso di un viaggio di andata e ritorno, i cervelli degli astronauti potrebbero essere complessivamente esposti a radiazioni pericolose per circa due anni.

 

Minore comunicazione cerebrale

Gli esperimenti condotti sui topi hanno mostrato che le particelle potrebbero provocare infiammazione cerebrale e disturbare la trasmissione dei segnali tra i neuroni. In particolare, la comunicazione all’interno del cervello potrebbe essere danneggiata dalla riduzione di strutture nervose note come dendriti e dall’alterazione delle sinapsi, che permettono ai neuroni di parlarsi a vicenda.

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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