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16 Ott 2017

Risolto uno dei misteri più avvincenti del Sole?

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Un nuovo studio sembra aver risolto uno dei più grandi misteri che riguardano il Sole, ossia perché la sua superficie è enormemente meno calda rispetto alla sua atmosfera.

Un nuovo studio sembra aver risolto uno dei più grandi misteri che riguardano il Sole, ossia perché la sua superficie è enormemente meno calda rispetto alla sua atmosfera.
E si tratta di una differenza non piccola, dato che la superficie visibile del Sole, detta fotosfera, ha una temperatura di circa 5.500 gradi centigradi, mentre la sua atmosfera (la corona) è centinaia di volte più calda, arrivando fino a diversi milioni di gradi Kelvin.

 

I nanoflare

Per spiegare questa discrepanza, alcuni negli anni Sessanta hanno invocato i “nanoflare”, ossia piccole esplosioni solari prodotte dal Sole che rilasciano energia e plasma nella corona, riscaldandola fino ai suoi altissimi livelli. Purtroppo, fino a oggi è stato difficile verificare questa ipotesi, perché è stato molto complicato rilevare queste micro-esplosioni che dovrebbero, in teoria, increspare tutta la fotosfera migliaia di volte al secondo.
Ora, con lo studio di Shin-nosuke Ishikawa dell’Agenzia Aerospaziale di Ricerca Giapponese pubblicato su Nature Astronomy, ci si è avvicinati alla soluzione.

 

Le nuove analisi

Ishikawa e colleghi hanno analizzato le letture catturate durante un volo dal Focusing Optics X-ray Solar Imager (FOXSI-2) lanciato dal Nuovo Messico nel dicembre 2014. Andare alla ricerca di nanoflare in mezzo ai vorticosi fenomeni che interessano la superficie del Sole non è stata impresa da poco, anche considerando che gli scienziati stimano che il range dei nanoflare sia da un miliardo a un milione di volte più piccolo di quello di un normale flusso solare.

Focalizzando l’ottica a raggi X di FOXSI-2 su una specifica regione solare attiva, gli scienziati hanno rilevato emissioni molto energetiche di raggi X che tradiscono emissione di plasma molto caldo, di oltre 10 milioni di gradi Kelvin di temperatura. Queste letture sono state possibili perché gli strumenti di FOXSI-2 sono circa 100 volte più sensibili di quelli in passato utilizzati dagli scienziati per osservare questo tipo di attività del Sole: gli scienziati hanno spiegato che queste emissioni di plasma così calde possono essere generate solo da nanoflare.

Per fugare ogni dubbio residuo, comunque, occorrerà attendere il lancio da parte della NASA della missione FOXSI-3, previsto nell’agosto 2918, che aumenterà ancora di più la propria sensibilità.

 

[Immagine: credit NASA]

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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