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02 Feb 2019

LSD: un acido che ha fatto la storia – Strani esperimenti

Francesco Milano

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Nei primi anni successivi alla scoperta degli effetti psicotropi, l’uso dell’LSD si estese molto rapidamente in ambito medico, come antidolorifico per dolori cronici quali la cefalea a grappolo o causati da tumori o grandi traumi ma soprattutto in campo psichiatrico, per la cura delle dipendenze e come strumento per lo studio delle psicosi.

Nei primi anni successivi alla scoperta degli effetti psicotropi, l’uso dell’LSD si estese molto rapidamente in ambito medico, come antidolorifico per dolori cronici quali la cefalea a grappolo o causati da tumori o grandi traumi ma soprattutto in campo psichiatrico, per la cura delle dipendenze e come strumento per lo studio delle psicosi. Nel film “The Substance”, del 2011, è riportata una lunga intervista allo psichiatra ceco Stanislav Grof che negli anni ’50 e ’60, quando era legale, utilizzò l’LSD su pazienti normali (artisti, professionisti) per lo studio di stati alterati, creando farmacologicamente allucinazioni simili a quelle che si hanno in stati psicotici. L’obiettivo ambizioso era quello di trovare una sostanza in grado di neutralizzare queste allucinazioni, risolvendo alcuni tra i più gravi problemi in psichiatria come la schizofrenia. Grof osservò che le sessioni variavano ampiamente tra loro e non solo tra individui. Piccole o medie dosi di LSD venivano somministrate in un gran numero di sedute, permettendo una penetrazione progressiva nella psiche come un archeologo che scava strato dopo strato. La droga funzionava da catalizzatore, rendendo accessibili livelli della psiche che altrimenti sarebbero rimasti nascosti. Da questo punto di vista la sostanza veniva paragonata a ciò che è il microscopio per la biologia o il telescopio per l’astronomia.

 

Durante la guerra fredda anche i servizi segreti iniziarono a interessarsi all’LSD. Tra i primi, la CIA lo sperimentò, in principio, come siero della verità. Alcuni test furono particolarmente crudeli, come nel caso dell’Allan Memorial Institute di Montreal in Canada, dove usarono diverse persone come cavie. L’idea era di interferire con gli schemi mentali degli individui somministrando alte dosi della sostanza, per poi ricondizionarli durante fasi di sonno indotto, trasmettendo lo stesso messaggio migliaia di volte. Il classico “lavaggio del cervello”. La CIA voleva effetti riproducibili ma ebbe problemi perché l’LSD è una droga imprevedibile. Il progetto, dal nome in codice MK-ULTRA (dal tedesco mind kontrolle ultra), che prevedeva anche diversi altri tipi di strategie per il controllo della mente, fu quindi abbandonato e fu ordinata la distruzione di tutti i documenti. Tuttavia, sono stati in seguito ritrovati un numero sufficiente di testimonianze scritte per ricostruire l’intera storia che, successivamente, ha avuto un discreto impatto nella cultura di massa. Il progetto viene citato in alcune canzoni, libri e serie televisive come Fringe e Stranger Things.
L’esercito americano, come quello britannico e di altre potenze, invece, voleva usare l’LSD come arma “psicochimica”, vaporizzandolo su intere città per far impazzire tutti contemporaneamente. A quel punto i centri urbani sarebbero stati conquistati senza spargimenti di sangue. Anche in questo caso si concluse che una tale tipologia di attacco avrebbe prodotto nei soldati nemici delle reazioni imprevedibili e fuori controllo, quindi potenzialmente troppo pericolose.

 

Ma cosa rende l’LSD così particolare tra le sostanze psicoattive? A metà anni Cinquanta, il ricercatore Gordon Wasson scoprì in Messico un piccolo fungo che veniva ingerito dalle popolazioni locali durante sacri rituali per entrare in contatto col mondo delle divinità. I funghi furono analizzati prima negli Stati Uniti e poi in Europa, a Parigi, ma le sostanze attive non furono trovate. In un secondo momento i ricercatori si resero conto che le allucinazioni prodotte dal fungo erano simili a quelle dell’LSD, scoperto qualche anno prima a Basilea e quindi inviarono i campioni nei laboratori di Hofmann. Qui il principio attivo venne isolato: si trattava della psilocibina, una sostanza chimicamente correlata all’LSD. Questa scoperta affascinò grandemente Hofmann e i suoi colleghi, per il fatto che l’LSD, sintetizzato chimicamente, era in realtà imparentato con sostanze psicoattive già scoperte dall’uomo migliaia di anni prima e impiegate da sempre in contesti sacri, per entrare in contatto con le immani potenze di altri mondi nascosti nella psiche umana. Non è un caso che LSD e psilocibina abbiano una struttura chimica simile alla serotonina, un neurotrasmettitore naturalmente presente nel nostro cervello ed è proprio sui suoi recettori che queste sostanze agiscono, ma con effetti molto più intensi.

Francesco Milano
Francesco Milano
Francesco Milano è ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche presso la sede di Bari dell’Istituto per i Processi Chimico-Fisici. Laureato in Chimica nel 1997, è da anni impegnato nello studio della fotosintesi, nella cattura dell’energia associata alla luce solare e sua trasformazione in energia chimica.
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