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25 Ott 2018

Blockchain: non soltanto criptovalute

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Da qualche tempo, ormai, non si fa altro che parlare di Bitcoin. Qualcuno, più esperto (o supposto tale), si spinge fino a Ethereum, ma c’è una cosa quasi mai menzionata da nessuno: la struttura che rende possibile l’esistenza di queste criptovalute. È una tecnologia destinata a essere ben più rivoluzionaria delle valute stesse. Si tratta della blockchain, che ci consente di risolvere un problema che si pone fin dagli albori di internet e che negli ultimi anni è diventato sempre più imponente e invasivo della nostra privacy: come possiamo fidarci di ciò che succede on-line?

Da qualche tempo, ormai, non si fa altro che parlare di Bitcoin. Qualcuno, più esperto (o supposto tale), si spinge fino a Ethereum, ma c’è una cosa quasi mai menzionata da nessuno: la struttura che rende possibile l’esistenza di queste criptovalute. È una tecnologia destinata a essere ben più rivoluzionaria delle valute stesse. Si tratta della blockchain, che ci consente di risolvere un problema che si pone fin dagli albori di internet e che negli ultimi anni è diventato sempre più imponente e invasivo della nostra privacy: come possiamo fidarci di ciò che succede on-line?

 

Immaginate la seguente situazione: dovete convivere per qualche tempo insieme a degli sconosciuti, condividendo alcune spese (affitto, luce, acqua, cibo…) e regolando ciclicamente i conti fra voi. Una soluzione consiste in un libro, che possiamo chiamare registro, su cui annotare entrate e uscite di ciascun inquilino verso l’esterno (Alice paga 100 per il gas) e verso l’interno (Bernardo deve 30 ad Alice ed è in credito di 20 rispetto a Carlo). È però preferibile che ciascuno di voi abbia un registro personale con elencati tutti i movimenti di denaro e che di tanto in tanto vi incontriate tutti insieme per confrontare i dati e regolare i conti. Il motivo è il seguente: ogni volta in cui si tratta di aggiornarsi sulle nuove entrate e uscite o su eventuali correzioni ai dati lo si fa in gruppo, eventualmente discutendo finché non si raggiunge un accordo. Se, però, qualcuno cerca di imbrogliare aggiungendo o togliendo uno zero qua e là, per smascherarlo è sufficiente controllare ciò che è scritto su tutti gli altri libri: se una discrepanza compare soltanto in uno dei registri, mentre tutti gli altri concordano su una versione differente e condivisa, il suo possessore è sicuramente un bugiardo.

 

Il principio della blockchain è esattamente lo stesso: si tratta di un registro elettronico e decentralizzato, gestito da un network di computer sparsi anche ai quattro angoli del globo. Tecnicamente si parla di database distribuito, costituito da “blocchi” di informazioni, in cui la sincronizzazione avviene grazie a un meccanismo peer to peer: nessuna macchina ha il controllo sul sistema, proprio come succedeva nel caso degli inquilini, ma ogni computer del network accetta modifiche ai dati contenuti nei blocchi soltanto dopo essersi assicurato che esse hanno avuto luogo rispettando certe regole predeterminate e condivise. Viene così meno la necessità della presenza di una terza parte fidata che agisce da garante, come una banca o un notaio: non soltanto si abbattono i costi di intermediazione, ma tutto il processo è molto più democratico.
Per di più, questo database è immutabile, nel senso che ogni blocco contiene la storia di tutti quelli venuti prima di lui; di conseguenza, ogni volta in cui un’informazione nuova è stata inserita, oppure una preesistente modificata, è metaforicamente scolpita nella pietra in modo indelebile.

 

Parleremo in un prossimo articolo del modo in cui la blockchain alimenta i Bitcoin e le altre criptovalute, entrando più nello specifico di alcuni aspetti tecnici di particolare importanza; è però fondamentale capire fin d’ora che questa tecnologia prescinde dal denaro elettronico e può essere sfruttata in tantissimi ambiti diversi.

 

Potrebbe essere usata come infrastruttura su cui appoggiare il voto a distanza, impedendo di votare due volte ed evitando altri tipi di frode elettorale; i governi potrebbero creare registri permanenti e non modificabili, riuscendo a impedire vari tipi di truffa al sistema sanitario e pensionistico. Pensate infine alle applicazioni nelle varie filiere di approvvigionamento, per esempio per quanto riguarda il tracciamento dell’origine degli alimenti e delle materie prime, per non parlare poi dei cosiddetti diamanti insanguinati che, grazie alla blockchain, potrebbero finalmente essere debellati una volta per tutte.

Eva Filoramo
Eva Filoramo
Fisica teorica di formazione, lavora come traduttrice scientifica e project manager per siti web. Le sue due passioni sono raccontare la scienza e viaggiare - in mancanza d'altro, con la fantasia. (www.evalosapeva.com)
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