Sei hai la fortuna di vivere negli Stati Uniti, dallo scorso luglio Amazon ti dà la possibilità di selezionare l’assistente personale con timbro maschile di nome Ziggy. Se invece vivi ancora nello stereotipato Vecchio Continente, dovrai rassegnarti a sentire solo la bella voce femminile di Alexa.
Nel lanciare questa novità, Amazon ha subito precisato che un’opzione di voce maschile in concomitanza con la comparsa di Ziggy non implica che una sia legata univocamente all’altra. Piuttosto, continuano dal team di Amazon, siamo liberi di mescolare e abbinare le wake word con entrambe le voci, se abbiamo a disposizione diversi dispositivi nelle nostre, indubbiamente spaziose, abitazioni.
Amazon: da libreria online a principale azienda e-commerce
Fondata nel 1994 a Seattle, la società originariamente era una libreria online chiamata Cadabra, con un evidente riferimento alla parola “abracadabra” che sottintendeva la magia delle sue consegne rapide. Come scrive invece Brad Stone nel suo The Everything Store: Jeff Bezos and the Age of Amazon, questo nome è stato poi cambiato perché, specialmente se pronunciato frettolosamente, ricordava il più tetro “cadaver”. Bezos pensò che per la sua azienda sarebbe servito un nome che cominciasse per “A”, per comparire al primo posto nei vari elenchi aziendali. E così scelse il nome di uno dei più grandi fiumi al mondo.
Dai tempi in cui vendeva solo libri, Amazon è diventata uno dei maggiori nomi nel settore del commercio online. Sin dall’inizio, Jeff Bezos, suo fondatore, ha chiesto aiuto a Turner Duckworth, il designer a cui si devono i diffusi marchi McDonald’s, Special K e il brand dei Metallica, solo per citarne alcuni, per creare il suo logo. L’idea chiave era quella di usare l’iniziale “A” stilizzata, nera e in grassetto, con al suo interno una fascia bianca per replicare i contorni del Rio delle Amazzoni.
Il carattere del logo, come lo conosciamo oggi, insieme alla freccia gialla che lo accompagna, è stato adottato nel 1998. Questa freccia, all’inizio si curvava verso il basso, ora va verso l’alto e raffigura un sorriso che inizia in corrispondenza della “A” di Amazon e termina sulla sua “Z”, a indicare che sulla piattaforma è possibile acquistare di tutto, dalla A alla Z. Turner Duckworth, ha proposto poi di utilizzare solo il sorriso come elemento di design sulle scatole di spedizione, trasformandole in “scatole sorridenti” e facendo passare lo slogan “si consegnano sorrisi porta a porta”.
Ziggy: le ragioni del nome
Mentre la scelta del nome Alexa fa riferimento all’antica biblioteca di Alessandria d’Egitto (come già visto in questo articolo), perché per l’identità maschile si è scelto Ziggy? Molti hanno supposto che questo nome fosse evocativo di Ziggy Stardust, ideato da David Bowie e suo alter ego alieno giunto sulla Terra per salvare l’umanità. Ziggy era anche il nome del supercomputer della serie televisiva americana degli anni ’90 In viaggio nel tempo (Quantum Leap) a cui, tra l’altro, era stata data voce femminile (nella versione originale doppiato da Deborah Pratt). A me sembra che non si riferisca né all’uno, né all’altro; Amazon probabilmente ha seguito la sua fortunata politica dalla “A” alla “Z”, passando semplicemente da Alexa a Ziggy.
Tra le novità annunciate, vi è anche quella che, per ulteriori 4,99 dollari, un utente può scambiare la voce di Alexa con quella dell’attore Samuel L. Jackson, ma solo per richieste amene quali “raccontami una storia” o “cosa pensi degli elefanti?”. È sempre e solo la voce femminile a consentire la gestione dei compiti domestici, impostare i promemoria o fare la lista della spesa.
Q: il primo assistente vocale gender-neutral
“Il primo assistente vocale senza genere” ha debuttato invece allo SXSW, uno dei più importanti festival di tecnologia ed economia creativa del pianeta, che ogni anno si svolge ad Austin, Texas. Frutto di una collaborazione tra un gruppo di attivisti, creatori di annunci e ingegneri del suono, tra cui Copenhagen Pride e il no-profit Equal AI, questo assistente vocale si chiama semplicemente “Q” e ha una voce neutra rispetto al genere.
Alla domanda diretta su quale prospettiva ci fosse in Amazon per dare ad Alexa una voce neutra, non ci sono state conferme, solo la risposta: «Siamo sempre alla ricerca di modi per dare ai clienti più scelta».
Effettivamente, Alexa, alle domande sul genere, risponde «Non sono una donna o un uomo, sono un’intelligenza artificiale»; tuttavia, come osserva il New York Times, nei suoi manuali operativi, Amazon mantiene ancora il riferimento alla personalità di Alexa usando sempre e solo il pronome di genere “lei”.