Negli ultimi anni stiamo assistendo a una svolta epocale nella relazione tra pazienti e medicina e uno degli esempi più eclatanti riguarda la diffusione dei test genetici del DNA a basso costo, realizzati attraverso Internet. Sfruttando il Web come piattaforma commerciale, due aziende leader del settore delle biotecnologie hanno lanciato sul mercato test genetici utilizzabili direttamente dai consumatori fra le mura domestiche.
Negli ultimi anni stiamo assistendo a una svolta epocale nella relazione tra pazienti e medicina e uno degli esempi più eclatanti riguarda la diffusione dei test genetici del DNA a basso costo, realizzati attraverso Internet. Sfruttando il Web come piattaforma commerciale, due aziende leader del settore delle biotecnologie hanno lanciato sul mercato test genetici utilizzabili direttamente dai consumatori fra le mura domestiche. Prima l’americana 23andMe, e poi l’azienda islandese deCODE Genetics hanno offerto sui loro siti Internet la possibilità di acquistare dei kit pronti all’uso attraverso i quali mappare il proprio DNA e, dunque, calcolare la probabilità di contrarre un ampia gamma di malattie, o addirittura di valutare la risposta del paziente a uno specifico farmaco. Ben presto, altre aziende come la Navigenics e la Pathway Genomics hanno seguito l’esempio, commercializzando i loro test genetici per gli utenti di Internet.
Il Boom: un’industria biotech in constante espansione
Attualmente, è possibile far analizzare il proprio DNA per una cifra che può oscillare tra i 100 e i 400 dollari, rendendo disponibile a tutti un’analisi genetica personalizzata capace di determinare alcune caratteristiche del proprio DNA e anticipare (e in alcuni casi prevenire) l’insorgere di malattie in agguato. Se inizialmente gli acquirenti erano principalmente pazienti affetti da malattie croniche, oggi un numero crescente di persone accede a questo tipo di kit pronti all’uso per differenti ragioni. Non solo malati cronici quindi, ma anche atleti agonisti e amatoriali, salutisti o semplici curiosi. Per poter realizzare il test non è richiesto altro che ordinare su Internet il kit e seguire alcune semplici istruzioni, inviando all’azienda produttrice il materiale genetico: un capello, una goccia di sangue, o un campione di saliva. Di norma, dopo qualche settimana è pronto il responso che non solo può indicare la probabilità o meno di contrarre determinate malattie, ma può anche suggerire dei percorsi farmacologi o cambiamenti nella dieta e nello stile di vita, così da scongiurare l’insorgere di una patologia.
Luci e ombre del DNA fai-da te
Esistono oggigiorno sul mercato test diretti ai consumatori che possono identificare il rischio di sviluppare oltre 2.000 malattie differenti, dal diabete ai tumori. Nonostante le aziende coinvolte promettano di rendere la medicina e le cure sempre più friendly e meno invasive, tuttavia lo scenario che si sta delineando appare molto complesso e ambivalente. In primo luogo, la facilità di uso di questi test sta sfidando alcune delle più consolidate consuetudini scientifiche; infatti, i kit pronti all’uso hanno permesso ai consumatori di gestire in autonomia pratiche diagnostiche che, fino a qualche tempo fa, erano appannaggio solo dei professionisti medici. Inoltre, voci critiche hanno messo in luce come questa nuova industria biotecnologica stia facendo leva sulle insicurezze e sull’ipocondria delle persone, in modo da potersi garantire maggiori vendite e ulteriori profitti. Peraltro, anche il Council for Responsible Genetics, l’Agenzia per la Genetica Responsabile, la più autorevole istituzione statunitense che si occupa delle implicazioni etiche delle tecnologie genetiche, ha recentemente messo in discussione la solidità dei pronostici forniti questi kit, evidenziando come un numero crescente di persone si sottoponga inutilmente ad analisi genetiche domiciliari, il cui esito è anche quello di generare ansia e insicurezza sul proprio stato di salute. Ma non c’è dubbio che, nonostante queste ambivalenze e preoccupazioni, siamo di fronte a una radicale trasformazione in direzione di una democratizzazione delle tecnologie mediche, in grado di ridefinire nel profondo il mondo della salute e i modi con cui possiamo prenderci cura dei nostri corpi.