I resti fossili di un nuovo protocetide, un antico cetaceo, sono stati ritrovati in Egitto, nell’area del Fayyum; battezzato Phiomicetus anubis (“balena del Fayyum dedicata ad Anubi”), questo cetaceo nordafricano ha rivelato importanti indizi non solo sull’origine e sull’evoluzione dei primi cetacei, ma anche sulle capacità di manipolazione del cibo di questi mammiferi acquatici.
La famiglia dei Protocetidae ebbe origine all’inizio dell’Eocene medio (circa 48 milioni di anni fa) in quello che è l’attuale Pakistan, e comprende animali semi-acquatici; ma i primi protocetidi furono descritti dall’Egitto ancor prima che i paleontologi ne istituissero la famiglia. Ed è di nuovo dalle sabbie dell’Egitto che emergono ulteriori particolari su come tali antiche “balene” vivessero.
Una parentela tra cetacei e ippopotami?
Tutti i protocetidi mostrano adattamenti alla predazione, tra cui la presenza di denti triangolari simili a quelli di un altro gruppo di mammiferi terrestri carnivori, i Mesonychia, da cui si pensava discendessero i cetacei. Ma già all’inizio di questo secolo, gli studi molecolari hanno dimostrato una parentela tra cetacei e ippopotami, istituendo pertanto un sottordine che comprendesse entrambi i gruppi, i Whippomorpha (infelice ma accettato nome). I mesonichi, di fatto comparsi più tardi dei primi cetacei, condividerebbero quindi con i grandi mammiferi marini un antenato comune, ma non ne sono i progenitori.
La depressione del Fayyum
L’oasi del Fayyum è un’area ricchissima sia in termini archeologici che paleontologici: in essa sono stati scoperti i famosi “ritratti del Fayyum” e anche un’incredibile quantità di papiri ben conservati. Dal punto di vista del paleontologo, invece, questa zona era ricoperta da un vasto mare durante l’Eocene, una parte del grande bacino della Tetide, tanto è vero che una delle aree paleontologiche più note della zona si chiama Wadi al-Hitan, cioè Valle delle Balene. Qui furono scoperti diversi archeoceti, tra cui lo straordinario Basilosaurus isis, la cui caratteristica peculiare (e unica per i cetacei) è quella di avere una coda provvista di spine, come quella degli stegosauri. In questo contesto, è stato ritrovato e poi studiato il nostro Phiomicetus, che ha ridisegnato la “mappa” delle parentele tra i protocetidi, ma ha anche rivelato una forte specializzazione nella predazione.
Le mascelle di un cacciatore
La nostra balena di Anubi era infatti un temibile predatore, dotato di potenti muscoli mascellari. L’analisi dei muscoli (basata sui resti scheletrici) e dell’usura dei denti, che somiglia a quella degli attuali pinnipedi ma anche delle orche, fa pensare che Phiomicetus si nutrisse di un’ampia varietà di prede: da tartarughe a squali fino ad altri cetacei e diversi invertebrati. Probabilmente la tecnica di caccia doveva essere simile a quella dei coccodrilli: afferrare saldamente la preda e poi ruotare in modo da farla a pezzi; anche l’anatomia postcraniale indica capacità terrestri, e questo fa pensare che Phiomicetus vivesse in maniera analoga agli attuali coccodrilli. Molto appropriato, considerato che nel Fayyum sorgeva l’antica città chiamata Crocodilopoli!
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