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20 Ott 2022

Gli animali sanno contare?

Marco Signore

Marco Signore
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La risposta, a quanto pare, in molti casi è “sì”. Stando a un recente articolo pubblicato su Scientific Reports a firma di Vera Schluessel e colleghi dell’Università di Bonn, alcuni pesci come ciclidi e razze vanno ad aggiungersi alla già consistente lista di animali capaci di contare almeno fino a 5 e di effettuare operazioni semplici come sottrazioni e addizioni.

 

 

Due ipotesi sulla capacità di riconoscere le quantità

Negli ultimi decenni, molti studi stanno cercando di appurare le capacità cognitive degli altri animali, ed è stato dimostrato che l’abilità di contare esiste in tutte le classi note di vertebrati, ma anche almeno in due diversi gruppi di invertebrati (artropodi e molluschi).
Esistono due ipotesi per spiegare la capacità di discriminare le quantità di oggetti. La prima è definita ANS (Approximate Number System, cioè Sistema Numerico Approssimato), che stima le grandezze considerandole come punti in una linea continua di numeri: in pratica, l’ANS permette all’organismo di riconoscere più facilmente le differenze tra quantità di oggetti piccole (ad esempio, 2 contro 3) o grandi (ad esempio, 5 contro 10).
L’altra ipotesi si chiama OTS (Object-Tracking System, cioè Sistema di Tracciamento degli Oggetti) e si basa sull’idea che gli oggetti vengono memorizzati singolarmente in “slot” di memoria limitati, e poi confrontati, per cui è più facile discernere tra piccole quantità perché la capacità di memorizzare i singoli oggetti (anche nell’uomo) è appunto limitata a tre o quattro “slot”. Peraltro, questa è la ragione per cui anche quando si comunica è preferibile parlare al massimo di tre argomenti, non di più.
Il problema è che gli esperimenti fatti finora non riescono a dimostrare la validità di un’ipotesi rispetto all’altra: insomma, non si sa bene come funzioni la capacità di contare. Quello che si sa, però, è che sia gli umani che gli altri animali ne fanno largo uso.

 

 

Contare per mangiare

Nell’ultima serie di esperimenti di Schluessel e colleghi, i candidati sono stati lo Pseudotropheus zebra, un ciclide comune negli acquari di acqua dolce, e il trigone fluviale ocellato (Potamotrygon motoro), una razza sempre di acqua dolce.
Entrambe le specie sono state addestrate a entrare in una sezione della vasca in cui si svolgeva l’esperimento, sapendo che all’interno avrebbero trovato cibo. Una volta acclimatati in questo senso, gli animali sono stati “interrogati” facendo loro vedere due serie di due immagini: una prima serie che indica quale operazione fare e una seconda con il risultato. Immagini blu significavano “aggiungere uno”, gialle “sottrarre uno”. In base a questo, per esempio, se l’immagine proposta era di due forme blu, la risposta esatta per avere il cibo era scegliere l’immagine con tre forme.

E il vincitore è…

 

Dagli esperimenti si è visto che i ciclidi sono in generale più bravi a contare, ma individualmente i campioni sono state le razze, poiché i ciclidi hanno avuto qualche problema in più con le sottrazioni.
Il fatto sorprendente, però, è che entrambe le specie sono state scelte apposta, perché si tratta di pesci opportunisti in termini di cibo e privi di modelli di accoppiamento basati sui numeri, quindi non avrebbero alcun vantaggio ovvio (per noi, almeno) nel contare, a differenza di altri animali finora studiati.
Da risultati del genere appare chiaro che comportamento e capacità cognitive degli animali sono ancora tutti da esplorare e non possiamo basarci esclusivamente su quello che finora abbiamo appreso sulle specie che abitano con noi il nostro unico e meraviglioso pianeta.

Marco Signore
Marco Signore
Laureato a Napoli in Scienze Naturali, PhD all'Università di Bristol in paleobiologia con specializzazioni in morfologia e tafonomia, è nella divulgazione scientifica da quasi 20 anni, e lavora presso la Stazione Zoologica di Napoli "Anton Dohrn". Nel tempo libero si occupa anche di archeologia, oplologia, musica, e cultura e divulgazione ludica.
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