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26 Mag 2015

Il millepiedi luminoso e l’evoluzione

Marco Signore

Marco Signore
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Darwin era arrivato all’idea che alcuni tratti degli organismi viventi si evolvano in maniera graduale e questo tipo di schema evolutivo si riscontra in molte strutture dei viventi come per esempio l’occhio dei cefalopodi. Da pochissimo però è giunta un’ulteriore conferma dell’evoluzione graduale delle strutture e anche di quello che viene chiamato pre-adattamento: una struttura parte con una funzione e durante la sua graduale evoluzione viene devoluta ad altri usi. Questa conferma viene, peraltro, da un classico caso di riscoperta di una specie animale.

Darwin era arrivato all’idea che alcuni tratti degli organismi viventi si evolvano in maniera graduale, e questo tipo di pattern evolutivo si riscontra in molte strutture dei viventi come per esempio l’occhio dei cefalopodi. Da pochissimo però è giunta un’ulteriore conferma dell’evoluzione graduale delle strutture, ma anche di quello che viene chiamato pre-adattamento: una struttura parte con una funzione e durante la sua graduale evoluzione viene devoluta ad altri usi. Questa conferma viene, peraltro, da un classico caso di riscoperta di una specie animale.

 

Il millepiedi luminoso

Xystocheir bistipita è un piccolo millepiedi che vive in California, descritto nel 1967 sulla base di due soli esemplari maschi e mai più osservato da allora. Ora l’animale è stato ritrovato e diversi esemplari vivi sono stati osservati in cattività. E’ stato quindi possibile acquisire informazioni finora sconosciute (come per esempio aspetto e colore delle femmine). Ma casualmente si è scoperta un’altra cosa: questi piccoli millepiedi emettono luce, una fioca luce verde/azzurra. Non abbiamo a che fare con una novità assoluta, perché un altro millepiedi strettamente imparentato con Xystocheir, chiamato Motyxia, è in grado di emettere una luce azzurra piuttosto forte. Questo comportamento è stato spiegato sperimentalmente come difesa aposematica: in pratica Motyxia avvisa i possibili predatori che è estremamente velenoso (il suo veleno si basa sul cianuro, cosa comune tra i millepiedi) e quindi pur essendo lui stesso privo di occhi, usa la bioluminescenza come avvertimento per evitare di essere mangiato. 

 

Luce di sopravvivenza

Quello che si è rivelato interessante, però, è che Xystocheir (ora rinominato Motyxia bistipita) userebbe la bioluminescenza non per difesa, ma per sopravvivere alle terribili condizioni ambientali in cui vive. Ambienti secchi e molto caldi producono una grande quantità di specie di ossigeno reattivo (ROS), pericolose per il metabolismo. Alcuni animali di ambienti estremi usano le reazioni di bioluminescenza per scaricare le ROS, in modo da non risentirne. Sembrerebbe quindi che la bioluminescenza in questi millepiedi sia nata come difesa contro l’ambiente e sia poi diventata gradualmente una difesa contro i predatori – e tutto questo è stato osservato in tempo reale grazie a questa fortuita riscoperta di una specie.

 

[Immagine: modello di Motyxia sequoiae del Museo Americano di Storia Naturale]

Marco Signore
Marco Signore
Laureato a Napoli in Scienze Naturali, PhD all'Università di Bristol in paleobiologia con specializzazioni in morfologia e tafonomia, è nella divulgazione scientifica da quasi 20 anni, e lavora presso la Stazione Zoologica di Napoli "Anton Dohrn". Nel tempo libero si occupa anche di archeologia, oplologia, musica, e cultura e divulgazione ludica.
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