Le forme di comunicazione in Natura sono tantissime e coinvolgono tutti i possibili sensi: colori e posture colpiscono la vista, sostanze odorose e ormoni si rivolgono ai diversi metodi di percezione chimica, e il suono è un ottimo mezzo per dare e ricevere informazioni. Gli ippopotami, per esempio, riescono a creare cori intonati lungo i fiumi, a distanza di chilometri, e i soundscape, i panorami sonori, sono una nuova frontiera degli studi in biologia marina: ogni particolare tipo di fondale ha i suoi tipici suoni e, in determinati orari della giornata, si vengono a creare veri e propri cori (lo fanno, per esempio, i ricci di mare quando escono a brucare le alghe). Ma naturalmente ciò che più colpisce l’immaginario collettivo tra i suoni marini è la capacità vocale dei cetacei.
Le forme di comunicazione in Natura sono tantissime e coinvolgono tutti i possibili sensi: colori e posture colpiscono la vista, sostanze odorose e ormoni si rivolgono ai diversi metodi di percezione chimica, e il suono è un ottimo mezzo per dare e ricevere informazioni. Gli ippopotami, per esempio, riescono a creare cori intonati lungo i fiumi, a distanza di chilometri, e i soundscape, i panorami sonori, sono una nuova frontiera degli studi in biologia marina: ogni particolare tipo di fondale ha i suoi tipici suoni e, in determinati orari della giornata, si vengono a creare veri e propri cori (lo fanno, per esempio, i ricci di mare quando escono a brucare le alghe). Ma naturalmente ciò che più colpisce l’immaginario collettivo tra i suoni marini è la capacità vocale dei cetacei. Sappiamo che questi evoluti vertebrati comunicano tramite vocalizzazioni, impulsi sonori singoli o strutturati in sequenze che vengono usate sia per “dialogare”, sia per trovare (e probabilmente persino colpire) le prede. Tra i cetacei, le megattere – non a caso soprannominate “canterine” – sono le vere star. Il canto delle megattere è talmente noto nella cultura popolare che è diventato persino protagonista di uno dei più bei film della saga di Star Trek, e questi maestosi giganti del mare continuano a sorprenderci. Nel 2017, infatti, si è avuta la conferma che le megattere di una stessa popolazione “remixano” vecchi brani: sono capaci, cioè, di trasmettersi parti di canzoni e inserirle in quelle nuove, con tanto di transizioni. Ora, però, nuovi dati non solo avvalorano questa abilità, ma ne mettono in luce aspetti non ancora conosciuti che potrebbero aumentare non solo la nostra consapevolezza di questa specie ma anche migliorarne la conservazione a breve e medio termine.
Il canto delle megattere
Gli studi precedenti hanno dimostrato che durante la stagione degli accoppiamenti i maschi di megattera, Megaptera novaeangliae, si esibiscono in canzoni lunghe fino a 30 minuti (degne di un concept album del più classico rock progressivo, insomma), anche se la ragione non è del tutto chiara: non si sa se questi brani servano ad attrarre le femmine o a impressionare i maschi rivali. Quello che è certo, invece, è che le megattere usano “canzoni di moda” che con gli anni vengono sostituite da altre. Anche il modo di cantare cambia tra gli individui: i ricercatori hanno identificato prevalentemente due diversi sistemi, a seconda che il maschio canti frasi ibride di una canzone vecchia e una nuova, per raccordare le due, oppure inserisca temi della nuova canzone in quella vecchia. Sorprendentemente, proprio come si fa nella musica moderna.
Questi brani vengono imparati ascoltandoli e la trasmissione dei temi avviene un po’ come tra gli uccelli o tra gli umani. Se la struttura delle parti imparate è simile, si può addirittura prevedere il modo in cui le balene le combineranno nella loro canzone.
La trasmissione dei brani è stata studiata limitatamente all’epoca riproduttiva, quando gli animali si trovano insieme, o a popolazioni che abitano lo stesso bacino oceanico. Recentemente, però, nuove ricerche sembrano indicare che i “remix” avvengano anche tra animali di popolazioni distanti.
Il festival musicale delle balene
Le nuove indagini, condotte da Melinda Rekdahl di New York, sembrano dimostrare che in alcune popolazioni dell’emisfero meridionale lo scambio di canzoni avvenga non solo durante gli incontri nelle aree riproduttive, ma anche quando gli animali si spostano per cercare cibo. Questa recente scoperta apre, ovviamente, ulteriori prospettive nello studio e nella conservazione dei cetacei e richiede, però, più approfondite ricerche, che possano essere portate avanti in maniera molto più economica, pratica e meno intrusiva rispetto a quelle basate sul campionamento di popolazioni e sulla genetica. Nuove scoperte ma anche nuove domande che ci fanno pensare al testo di una canzone degli Star One (dedicata al film di Star Trek che abbiamo menzionato): “Plasmiamo la vita, viaggiamo nello spazio, ma non conosciamo le parole delle canzoni dell’oceano”.
Immagine di copertina: Megaptera novaeangliae nella posizione di canto. Credits: Dr. Louis M. Herman. [Public domain], via Wikimedia Commons