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18 Ago 2020

Nuove specie scoperte negli abissi: stranezze e misteri in fondo al mar

Marco Signore

Marco Signore
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Protisti giganti dagli abissi”. Può sembrare il titolo di un film horror di serie B, ma è solo un’altra delle scoperte quasi quotidiane che i ricercatori fanno nelle profondità degli oceani. Come ormai sappiamo, conosciamo molto meglio la Luna e Marte rispetto a quanto sappiamo degli oceani che coprono il nostro mondo, e che giorno dopo giorno affrontano minacce sempre più mortali, come il riscaldamento globale, l’acidificazione delle acque, la plastica, giusto per menzionarne tre. Eppure, il mare ci riserva sempre nuove sorprese, talvolta riguardanti organismi che il grande pubblico non conosce affatto.

Così, ci troviamo a parlare di un gruppo di esseri viventi chiamati Xenophyophorea. Si tratta di fatto di organismi unicellulari, come le amebe; la differenza principale è che questi sono grandi diversi centimetri: dei veri e propri giganti nel mondo dei microrganismi. Gli xenofiofori sono foraminiferi, cioè protozoi capaci di costruirsi un guscio e che sono estremamente comuni sui fondi marini ma anche nel plancton; solo che mentre gli altri foraminiferi raramente arrivano a un millimetro o due di grandezza, i rappresentanti della classe degli xenofiofori possono raggiungere i 20 centimetri di diametro! Questi protozoi incredibilmente enormi vivono in genere a grandi profondità: le sessanta specie finora note sono diffuse tra i -500 e i -10.000 metri di profondità. E proprio di recente ne sono state scoperte quattro specie nuove, il che dimostra quanto ancora c’è da imparare sugli abissi oceanici.

 

Gli xenofiofori: “alieni” sconosciuti e affascinanti

Gli xenofiofori, il cui complesso nome deriva dal greco e significa più o meno “esseri con forme aliene” (letteralmente “portatori di natura/corpo alieno”, dove “alieno” non vuol dire “che viene dallo spazio”, ma solo “strano”), sono diffusi in tutti i bacini oceanici, e probabilmente sono anche importantissimi per l’ecologia del mare profondo, ma gli studiosi conoscono ancora poco sulla loro biologia; sappiamo che si nutrono di detrito, che mangiano prima avvolgendolo in una sorta di muco e poi circondandolo con espansioni del loro corpo.
Sembrano unicellulari, ma di fatto ogni xenofioforo ha molti nuclei all’interno del suo citoplasma; inoltre, sono capaci di costruirsi, come tutti i foraminiferi, dei gusci (alcuni riescono a incorporare nella loro “corazza” persino l’uranio). E nonostante le dimensioni e la diffusione, gli studiosi ne scoprono di nuovi ogni tanto. È questo il caso degli ultimi arrivati: quattro nuove specie descritte alla fine dello scorso giugno dall’Oceano Pacifico.
Delicate sculture delle profondità
Due nuovi generi, dagli evocativi nomi Moanammina (moana significa “oceano” in hawaiiano) e Abyssalia, si aggiungono alla lista degli xenofiofori già noti, e altre due nuove specie vanno ad arricchire generi già descritti. Gli studiosi hanno pubblicato le loro scoperte in un giornale scientifico dedicato proprio ai protozoi, ma il nuovo studio permette di comprendere un po’ meglio il ruolo di questi incredibili organismi, che a quanto pare nelle profondità degli abissi diventano loro stessi habitat per altri esseri viventi, e forse in qualche modo sono coinvolti nel riciclo del carbonio.
Insomma, se vi chiedete se sulla Terra c’è ancora un posto tutto da scoprire, come al solito la risposta è “gli oceani”.

 

Copyright immagine: Slim Chraiti, University of Geneva

Marco Signore
Marco Signore
Laureato a Napoli in Scienze Naturali, PhD all'Università di Bristol in paleobiologia con specializzazioni in morfologia e tafonomia, è nella divulgazione scientifica da quasi 20 anni, e lavora presso la Stazione Zoologica di Napoli "Anton Dohrn". Nel tempo libero si occupa anche di archeologia, oplologia, musica, e cultura e divulgazione ludica.
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