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03 Nov 2021

Una nuova tavola periodica degli elementi

Nicola Armaroli

Nicola Armaroli
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Mentre gli occhi e i pensieri del mondo si concentrano sul carbonio, alla conferenza sul clima COP26 di Glasgow la Società Chimica Europea (EuChemS) pubblica una versione aggiornata della sua iconica tavola periodica, diffusa per la prima volta nel 2019, Anno Internazionale della Tavola Periodica degli Elementi, a cui abbiamo dedicato questo numero di Sapere.

 

Le emissioni di CO2: un problema globale

La principale modifica alla tavola è la conversione del colore del carbonio dal verde a un tricolore verde, rosso e grigio scuro:

–    Verde perché è abbondantemente disponibile sotto forma di anidride carbonica (in pericoloso eccesso), rocce carbonatiche e vegetazione.
–    Rosso perché sta causando e causerà sempre più seri problemi se non facciamo nulla per limitarne l’uso.
–    Grigio perché può provenire, sotto forma di combustibili fossili, da zone in conflitto.

Il ciclo del carbonio nella biosfera è dominato dalla fotosintesi clorofilliana, con cui le piante crescono assorbendo CO2; questa a sua volta è prodotta dalla respirazione e dai cicli vitali di piante e animali. Per millenni questi due processi, uniti all’assorbimento e al rilascio di CO2 da parte degli oceani, sono rimasti in equilibrio, giustificando il “benigno” colore verde dato al carbonio nella tavola periodica del 2019.
La combustione di carbone, petrolio e gas immette quantità enormi di CO2 in atmosfera che la fotosintesi non è più in grado di digerire. I livelli di CO2 aumentano, causando il riscaldamento globale e il cambiamento climatico che stanno minacciando la sopravvivenza stessa della nostra civiltà.
Cambiare il colore al carbonio è una chiamata a raccolta per tutti, specialmente per chi dovrà stipulare accordi importanti alla COP26, per ridurre le emissioni di CO2 a beneficio soprattutto delle giovani generazioni.
Nella tavola aggiornata il carbonio è ora indicato anche in grigio perché può provenire da luoghi dove si combattono guerre per il controllo dei giacimenti di petrolio (la principale fonte di carbonio fossile), o dove i proventi del petrolio sono usati per finanziare guerre.
Come per tutti gli altri minerali provenienti da zone di conflitto, EuChemS si appella alle aziende della estrazione e raffinazione del petrolio affinché non operino in giacimenti macchiati dai conflitti.

 

Un invito alla responsabilità

Il presidente di EuChemS, Floris Rutjes, afferma: Con l’uscita della versione aggiornata della tavola periodica EuChemS, la Società Chimica Europea vuole continuare ad attirare l’attenzione sulla limitatezza fisica degli elementi chimici sul nostro pianeta, un problema globale che riguarda tutti. In particolare, il cambiamento del colore del carbonio mostra le crescenti sfide che stiamo affrontando riguardo alle emissioni di gas serra, che sono lontane dall’essere risolte.
Il professor Nicola Armaroli, presidente del gruppo di lavoro di EuChemS sulla tavola periodica e membro del comitato esecutivo, nonché direttore di Sapere, dice: Il carbonio è l’ingrediente chimico chiave della vita sulla Terra, ma la nostra civiltà assetata di energia lo ha reso un intricato problema ambientale e geopolitico. La versione aggiornata della Tavola Periodica EuChemS ritrae la complessità di un elemento chimico unico, che definirà il modo in cui affronteremo la sfida della sostenibilità, a partire dalla COP26 di Glasgow.

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La versione aggiornata della tavola periodica EuChemS evidenzia in modo grafico efficace i problemi legati al carbonio nel mondo di oggi. Se agiremo responsabilmente riducendo la nostra dipendenza dai combustibili fossili – e non utilizzando risorse provenienti da zone di conflitto – possiamo salvare la biosfera terrestre e la civiltà moderna che su di essa poggia, riportando il più presto possibile il carbonio all’unico colore che merita: verde.

 

Fonte: Comunicato stampa EuChemS

 

Per maggiori informazioni sulla versione aggiornata della tavola periodica EuChemS vedere qui:
https://www.euchems.eu/euchems-periodic-table/

Nicola Armaroli
Nicola Armaroli
Nicola Armaroli, direttore di Sapere dal 2014, è dirigente di ricerca del CNR e membro della Accademia Nazionale delle Scienze (detta dei 40). Lavora nel campo della conversione dell’energia solare e dei materiali luminescenti e studia i sistemi energetici nello loro complessità. Ha pubblicato oltre 250 lavori scientifici, 11 libri e decine di contributi su libri e riviste. Ha tenuto conferenze in università, centri di ricerca e congressi in tutto il mondo ed è consulente di varie agenzie e società internazionali, pubbliche e private, nel campo dell’energia e delle risorse. Ha ottenuto vari riconoscimenti tra cui la Medaglia d’Oro Enzo Tiezzi della Società Chimica Italiana e il Premio per la Chimica Ravani-Pellati della Accademia delle Scienze di Torino. È un protagonista del dibattito scientifico sulla transizione energetica su tutti i mezzi di comunicazione (v. qui).
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