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14 Feb 2018

Bello e malato: la salute dei cani tra selezione ed estetica

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Quante volte ci siamo soffermati davanti all’immagine o a un video di un carlino? La sua espressione simpatica ha catturato la nostra attenzione e alcuni di noi, forse, hanno anche deciso di accoglierne in casa un cucciolo: occhi grandi, muso schiacciato e pieghe di pelo. Quell’aspetto che ci ha fatto innamorare del nostro animale da compagnia, però, nasconde un rovescio della medaglia molto grave, legato alla sua salute.

Quante volte ci siamo soffermati davanti all’immagine o a un video di un carlino? La sua espressione simpatica ha catturato la nostra attenzione e alcuni di noi, forse, hanno anche deciso di accoglierne in casa un cucciolo: occhi grandi, muso schiacciato e pieghe di pelo. Quell’aspetto che ci ha fatto innamorare del nostro animale da compagnia, però, nasconde un rovescio della medaglia molto grave, legato alla sua salute.

 

Quel musetto tenero

 

La British Veterinary Association ha lanciato lo scorso mese la campagna #breedtobreath per sensibilizzare il pubblico sui rischi a cui sono esposti i cani frutto di incroci per ottenerne purosangue che seguano determinati standard estetici. Parliamo di bulldog inglesi e francesi, Cavalier King Charles Spaniel, boxer, pechinesi, Shar-pei, Boston terrier, Shih tzu, Dogue de Bordeaux, Lhasa Apso, Bullmastiff e carlini: sono tutti cani selezionati per essere brachicefali, ossia per avere la larghezza della testa superiore alla sua lunghezza. Quella mascella così corta, che alcuni di noi percepiscono come adorabile, compromette seriamente la salute dell’animale.

 

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Brachicefalia e malattie

 

A cosa va incontro un cane brachicefalo? Nell’articolo del The Guardian, dedicato alla campagna di sensibilizzazione, troviamo un breve e chiaro elenco:

  • problemi di respirazione: le narici strette, le trachee deformi e l’eccesso di tessuto molle nel naso e nella gola portano a difficoltà nella respirazione, problemi al cuore e surriscaldamento;
  • problemi dentali: all’accorciamento della mascella consegue un restringimento dello spazio disponibile per i denti e, quindi, un aumento del rischio di caduta dei denti o di patologie delle gengive;
  • disturbi della pelle: le pieghe intorno al muso dei cani facilitano il proliferare di infezioni batteriche e di lieviti;
  • patologie oculari: la forma della testa e gli occhi prominenti espongono queste razze a patologie oculari quali ulcere dovute alla difficoltà nello sbattere le palpebre e nella lacrimazione;
  • problemi legati alla nascita: recenti studi confermano che esistono anche complicazioni nel parto, che richiede spesso un taglio cesareo a causa della testa troppo grande dei nascituri.

Questi sono i rischi dovuti al fenotipo, all’aspetto di questi animali, ma non dobbiamo dimenticare che l’incrocio per ottenere cani di razza conduce anche allo sviluppo dei caratteri recessivi e alla diminuzione della variabilità genetica, causando difetti e altre tipologie di malattie. Questo accade, purtroppo, in altre razze canine, come i dalmata, che spesso possono essere sordi, e i pastori tedeschi, soggetti a displasia dell’anca.

 

La necessità di sensibilizzare

 

È chiaro come sia necessario sensibilizzare i padroni di questi animali e tutto il pubblico, per far sì che questa moda – alimentata anche dalla promozione sui social network da parte di celebrità nazionali e internazionali perennemente in posa con questi piccoli cani nascosti in borsette o agghindati come bambolotti – possa non avere più seguito. Un animale domestico non è un giocattolo, un soprammobile da mostrare. È un essere vivente, un compagno fedele che merita un’esistenza in salute, fatta di corse all’aria aperta e giochi, tutte attività che un cane brachicefalo, il più delle volte, non può permettersi.

 

Il progresso scientifico può avere lati oscuri, come nel caso degli incroci tra cani di razza. Vincenzo Balzani ci parla della scienza e del suo futuro, tra etica e responsabilità, nell’articolo “La scienza: con o senza limiti?”. Per leggerlo, acquistate il numero di agosto di Sapere.

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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