I tenaci rituali che caratterizzano il disturbo ossessivo-compulsivo potrebbero finalmente aver trovato una spiegazione genetica. Un gruppo di scienziati ha infatti individuato alcuni geni che potrebbero essere in parte responsabili di questa condizione che riguarda circa il 2 per cento della popolazione mondiale.
I tenaci rituali che caratterizzano il disturbo ossessivo-compulsivo potrebbero finalmente aver trovato una spiegazione genetica. Un gruppo di scienziati ha infatti individuato alcuni geni che potrebbero essere in parte responsabili di questa condizione che riguarda circa il 2 per cento della popolazione mondiale. Una delle prime sorprese è che non si tratta di marcatori biologici che si trovano solo negli uomini, ma anche negli animali, come cani e topi.
“Stiamo cercando di approfondire gli studi in altre specie per arrivare a una migliore comprensione del disturbo ossessivo-compulsivo nell’uomo” ha spiegato Hyun Ji Noh dell’Università di Harvard. Mediante studi incrociati su animali, Noh e colleghi sono arrivati a stilare una lista di circa 600 geni associati al disturbo ossessivo-compulsivo che, ricordiamolo, induce le persone a compiere ripetutamente gesti come pulire o controllare la casa, lavarsi le mani, e rispettare altri rituali. Questi geni provocano atti compulsivi anche in altri animali, come i cani.
Da questi circa 600 geni, gli scienziati si sono poi portati a 4, dopo aver analizzato 592 persone con disturbo ossessivo-compulsivo e 560 individui sani. Mutazioni nei geni chiamati NRXN1, HTR2A, CTTNBP2, e REEP3 – tutti espressi nel cervello – sono risultati fortemente associati con il disturbo ossessivo-compulsivo negli esseri umani. Queste varianti genetiche possono infatti danneggiare lo sviluppo delle sinapsi e interferire con i percorsi neuronali nel “loop cortico-striatale”, una regione del cervello che presiede alla gestione della serotonina e del glutammato. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications.