Un nuovo studio scopre che le persone che hanno danni nelle aree del cervello legate alla pianificazione sono meno aperte alle nuove idee. Questo potrebbe spiegare come mai alcuni hanno più probabilità di radicalizzarsi nelle proprie credenze religiose e abbracciare il fondamentalismo religioso.
Un nuovo studio scopre che le persone che hanno danni nelle aree del cervello legate alla pianificazione sono meno aperte alle nuove idee. Questo potrebbe spiegare come mai alcuni hanno più probabilità di radicalizzarsi nelle proprie credenze religiose e abbracciare il fondamentalismo religioso.
Studiati i veterani del Vietnam
Jordan Grafman e colleghi della Northwestern University in Illinois hanno analizzato anche dati risalenti al Vietnam Head Injury Study (VHIS), che ha messo a disposizione un registro di condizioni cliniche relative a circa duemila soldati che avevano subito traumi alla testa durante il conflitto in Vietnam. In seguito al rapido soccorso ricevuto sul campo di battaglia, molti di questi militari erano sopravvissuti alle loro ferite e gli scienziati hanno così potuto seguire il loro stato di salute e benessere. A decenni di distanza Grafman e i suoi colleghi stanno ancora facendo interessanti scoperte sulle funzioni interne del cervello; l’anno scorso, per esempio, lo stesso ricercatore aveva scoperto che alcune regioni nel lobo frontale e temporale erano responsabili dell’“abbassamento” del significato che si dà alle esperienze mistiche.
I danni alle aree del problem solving
Ora, nel nuovo studio pubblicato sulla rivista Neuropsychologia, sono stati esaminati 119 veterani del Vietnam che avevano subito ferite penetranti al capo, che sono stati confrontati con un gruppo di controllo di reduci del Vietnam che non hanno mai avuto danni alla testa. Analizzando con la TAC le regioni che avevano subito lesioni, in particolare la corteccia prefrontale dorsolaterale, gli scienziati hanno scoperto che c’era un rapporto tra i danni in questa regione, già nota per il suo ruolo nelle esperienze spirituali, nella soluzione dei problemi, nella pianificazione e nella gestione dei compiti, e la forza delle convinzioni religiose e la scarsa flessibilità cognitiva. Lo studio suggerisce che settori come la corteccia prefrontale dorsolaterale svolgono un ruolo fondamentale per aiutarci a rimanere aperti a idee diverse ispirate a esperienze religiose diverse.
Gli scienziati sottolineano che questo studio non implica che credere nel soprannaturale sia un effetto di danni cerebrali. La formazione di una credenza religiosa dipende infatti da un ricco insieme di processi neurologici che non possono essere limitati a un singolo settore di tessuto cerebrale.