Da anni gli scienziati si interrogano sul legame tra ricordi e odori. In letteratura Marcel Proust, scrittore francese vissuto a cavallo dell’Ottocento e Novecento, nel suo romanzo “Alla ricerca del tempo perduto”, aveva già parlato di questa connessione. Il profumo (e il sapore) di una briciola di madeleine inzuppata nel tè evocavano un ricordo inaspettato nel narratore. L’olfatto sembra possedere particolari capacità. Un gruppo di scienziati ha recentemente dimostrato che gli oli essenziali riescono a esercitare un effetto antidepressivo su topi.
Da anni gli scienziati si interrogano sul legame tra ricordi e odori. In letteratura Marcel Proust, scrittore francese vissuto a cavallo dell’Ottocento e Novecento, nel suo romanzo “Alla ricerca del tempo perduto”, aveva già parlato di questa connessione. Il profumo (e il sapore) di una briciola di madeleine inzuppata nel tè evocavano un ricordo inaspettato nel narratore. L’olfatto sembra possedere particolari capacità. Un gruppo di scienziati ha recentemente dimostrato che gli oli essenziali riescono a esercitare un effetto antidepressivo su topi.
Come funziona l’olfatto?
Il vortice emotivo di odori e sapori è ricollegabile al percorso seguito dai rispettivi stimoli, che non passano per il talamo ma sono elaborati direttamente nell’amigdala, struttura a forma di mandorla presente nel lobo temporale del cervello coinvolta nei processi che riguardano la memoria, lo sviluppo dell’aggressività e le reazioni di paura. Ma come funziona il nostro olfatto? Ciò che giunge al nostro naso sono molecole raccolte dall’epitelio olfattivo, tessuto che si trova proprio nella nostra cavità nasale. Nell’epitelio olfattivo ci sono neuroni altamente specializzati: questi posseggono un prolungamento cellulare dotato di ciglia. Arrivate all’interno della mucosa olfattiva, le molecole odorose sono rese solubili e in seguito si fissano sulle ciglia. Da questo fenomeno parte il messaggio nervoso dello stimolo olfattivo che, attraversando i bulbi olfattivi, raggiunge il cervello.
Il seguente video del canale Ted-Ed vi spiegherà altre affascinanti caratteristiche del nostro senso dell’olfatto:
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Aromaterapia: cos’è e i suoi benefici
Come riportato nell’articolo pubblicato su Journal of Agricultural and Food Chemistry, i farmaci attualmente in uso per la depressione non si mostrano efficaci in tutti i pazienti e riuscire a sviluppare nuovi antidepressivi è un obiettivo rilevante quanto ambizioso. I ricercatori hanno intrapreso una via che potrebbe essere reputata controversa: quella della medicina alternativa e, in particolare, dell’aromaterapia.
L’aromaterapia è definita come “uso controllato di oli essenziali estratti da piante e fiori per trattare differenti malattie”. Gli oli essenziali, estratti per distillazione in corrente di vapore o per spremitura a freddo, sembrano non avere effetti collaterali e sono stati riconosciuti dalla FDA-Food and Drug Administration degli Stati Uniti, l’ente governativo che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, come farmaci sicuri di categoria A (quella con il livello di rischio più basso). In particolare l’olio essenziale di arancia (Citrus sinensis (L.) Osbeck) è uno dei prodotti più validi tra quelli ricavati dagli agrumi: è molto usato in differenti settori, dall’alimentazione alla cosmesi, i suoi effetti farmacologici sono stati ampiamente studiati e, tra questi, figura una funzione anti-ansia.
Oli essenziali contro la depressione: l’effetto del limonene sui topi
Gli scienziati hanno analizzato gli effetti antidepressivi dell’olio essenziale di arancia e dei suoi componenti principali (limonene, pinene, mircene e linalolo, tutti terpeni) su organismi modello – topi – in cui è stato indotto uno stato depressivo attraverso una procedura chiamata CUMS (Chronic Unpredictable Mild Stress), l’applicazione controllata di una serie di leggeri stress. I risultati sono stati incoraggianti: gli animali che hanno inalato l’olio essenziale hanno migliorato il loro stato legato ai CUMS. Hanno mostrato alleviamento di fattori quali la perdita di peso, la preferenza per il saccarosio (uno degli indicatori che misura l’efficacia di una terapia antidepressiva nei ratti), curiosità e mobilità, e i valori di dislipidemia (elevata concentrazione di lipidi nel sangue) si sono abbassati. Inoltre il limonene è stata la molecola più abbondante ritrovata nell’ambiente in cui è stato diffuso l’olio essenziale e nello stesso cervello dei topi, nel quale non è stato immediatamente metabolizzato.
Secondo lo studio, il limonene ha effetti benefici a livello neuroendocrino, cioè di quell’intreccio complesso tra sistema nervoso e ormoni che regola molte delle funzioni dell’uomo, comprese le emozioni. La molecola, inoltre, agevola l’assorbimento di sostanze nutritive da parte delle cellule nervose, ottimizzandone il funzionamento. Infine, il limonene sembra supportare quella parte del sistema nervoso che si basa sui neurotrasmettitori cosiddetti monoamminici, tra cui la serotonina, l’adrenalina e la noradrenalina, tutte sostanze da cui possono dipendere i nostri stati emotivi.
In questo lavoro, però, sono stati analizzati solo gli effetti registrati nell’ippocampo e nella corteccia prefrontale. In futuro andranno approfonditi anche i processi che interessano altre regioni del cervello affette dai trattamenti CUMS.
Ancora una volta il potere degli odori sembra non essere solo una suggestione da romanzo.
La depressione è una delle patologie psichiatriche più diffuse e costituisce un’emergenza a livello mondiale. È per questo che in campo medico si sta cercando di migliorare le terapie per combatterla. Per approfondire questo argomento, vi consigliamo di acquistare e leggere l’articolo di Agnese Mariotti, “Depressione: verso la terapia personalizzata”, pubblicato nel numero di aprile 2018 di Sapere.
Credits immagine: foto di Monfocus da Pixabay