In passato, molte ricerche hanno riportato che le persone che politicamente si collocano nel gruppo dei conservatori erano più felici dei liberali. Ora, però un nuovo studio asserisce l’esatto contrario.
In passato, molte ricerche hanno riportato che le persone che politicamente si collocano nel gruppo dei conservatori erano più felici dei liberali. Ora, però un nuovo studio asserisce l’esatto contrario. Finora, infatti, le analisi che miravano ad appurare i livelli di soddisfazione personali si basavano su questionari di auto-valutazione sottoposti ai soggetti coinvolti. Nella nuova ricerca pubblicata su Science, invece, il metodo è cambiato.
I liberali hanno sorrisi più genuini
Sean P. Wojcik e colleghi dell’Università della California di Irvine hanno valutato il contenuto emotivo dei discorsi e/o l’intensità e la frequenza dei sorrisi nelle fotografie in quattro grandi gruppi di persone: utenti coinvolti in sondaggi online, politici degli Stati Uniti, iscritti a Twitter e LinkedIn. I risultati hanno indicato una tendenza modesta ma costante: i liberali usavano un linguaggio emozionale positivo più spesso dei conservatori e sorridevano più genuinamente nelle loro fotografie.
I conservatori tendono a rappresentarsi come più felici
Gli studi precedenti, basati sul cosiddetto self-reporting, avevano fatto emergere una maggiore felicità nei conservatori perché questo gruppo di persone probabilmente forniva auto-valutazioni più entusiaste relative a causa di alcuni elementi caratteristici della propria ideologia politica (come l’enfasi sull’individualismo e la concorrenza) che li rendono inclini all’auto-miglioramento. Secondo gli scienziati, un’analisi corretta deve dunque tener conto dei questionari di auto-valutazione e, al contempo, delle misure comportamentali per arrivare a risultati significativi.