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08 Lug 2014

Non amiamo restare da soli con i nostri pensieri

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Una nuova ricerca ha dimostrato che, avendo la possibilità di scegliere, preferiamo ricevere piccole scariche elettriche piuttosto che starcene seduti senza far niente in una stanza per 15 minuti.

Una nuova ricerca ha dimostrato che, avendo la possibilità di scegliere, preferiamo ricevere piccole scariche elettriche piuttosto che starcene seduti senza far niente in una stanza per 15 minuti. A quanto si legge su Science, secondo gli psicologi della University of Virginia in Charlottesville, questo studio fa comprendere l’entità del disagio che sorge quando ci troviamo esclusivamente in compagnia dei nostri pensieri. “Avvertiamo un senso di sconforto – conferma Malia Mason, della Columbia University di New York, non coinvolta nella ricerca – ed è per questo che solitamente si è costantemente alla ricerca di stimoli del mondo esterno che ci forniscano una sorta di distrazione e intrattenimento”.

 

Timothy Wilson e colleghi hanno inizialmente chiesto a 409 studenti universitari di sedere in una stanza scarsamente arredata per al massimo 15 minuti, senza poter usare telefoni cellulari o alri mezzi di distrazione. La metà dei volontari ha poi dichiarato di trovare spiacevole la circostanza. “Questo risultato ci ha sorpreso. Abbiamo questo grande cervello pieno di ricordi piacevoli e con la capacità di costruire storie e lavorare con la fantasia: non dovrebbe essere così difficile riuscire a non annoiarsi” ha commentato Wilson. In una seconda fase, l’esperimento è stato ripetuto permettendo di trascorrere sempre quindici minuti, nelle stesse condizioni di isolamento, ma in un ambiente confortevole come quello della propria casa. Un terzo dei soggetti ha ammesso di non essere riuscito a resistere 15 minuti. Neanche suggerire ai volontari un argomento su cui riflettere ha fatto ottenere risultati migliori.

 

Gli scienziati hanno allora reso il tutto ancora più shockante, nel vero senso della parola. Stavolta i volontari erano posti in una stanza da soli con i propri pensieri, ma con la possibilità di fare qualcosa: infliggersi delle scariche elettriche. Chiaramente, non c’era rischio di morire folgorati, ma le scosse di elettricità statica erano piuttosto sgradevoli (tre quarti dei soggetti avevano dichiarato in precedenza di essere pronti a pagare pur di evitare lo shock elettrico). Ebbene, restare da soli con i propri pensieri rappresentava un disagio ancora maggiore: il 67 per cento dei partecipanti di sesso maschile e il 25 per cento di quelli femminili erano così ansiosi di trovare qualcosa da fare che finivano per scegliere volontariamente le scariche elettriche.

 

Il disagio, secondo Wilson, deriva essenzialmente dal fatto che per le persone è difficile trattenere la propria mente su un argomento e rifletterci per un lungo periodo di tempo. Anche se dipende sempre dall’argomento: le persone che riuscivano a superare il test del quarto d’ora, in maggioranza dichiaravano di aver pensato a eventi futuri piacevoli (spesso con i propri cari); quelli che vivevano l’esperimento in modo spiacevole si erano solitamente concentrati su questioni lavorative. I risultati non erano dissimili anche quando l’esperimento non riguardava studenti universitari ma persone con età superiore e provenienti da ambienti come una comunità religiosa oppure il mercato agricolo.

 

[credit foto Bob Thomas/Popperfoto/Getty Images]

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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