Anche quest’anno è finalmente arrivato il momento della consegna dei premi Nobel, il riconoscimento internazionale per coloro che si sono distinti nei campi della medicina o fisiologia, fisica e chimica per quanto riguarda le scienze. Vi presentiamo i ricercatori che hanno raggiunto questo importante traguardo nel 2019.
Anche quest’anno è finalmente arrivato il momento della consegna dei premi Nobel, il riconoscimento internazionale per coloro che si sono distinti nei campi della medicina o fisiologia, fisica e chimica per quanto riguarda le scienze. Vi presentiamo i ricercatori che hanno raggiunto questo importante traguardo nel 2019.
Medicina o fisiologia, capire come le cellule si adattano alla diversa disponibilità di ossigeno
Il premio Nobel per la fisiologia o la medicina è stato assegnato a William G. Kaelin Jr, Sir Peter J. Ratcliffe e Gregg L. Semenza, “per la loro scoperta di come le cellule percepiscono e si adattano alla disponibilità di ossigeno“. Come è spiegato nel comunicato stampa ufficiale, gli animali hanno bisogno di ossigeno per trasformare il cibo in energia. L’importanza di questo elemento è stata compresa da secoli ma mancava un pezzo a questo puzzle: non si era ancora riusciti a capire come le cellule si adattassero ai cambiamenti dei livelli di ossigeno. Kaelin, Ratcliffe e Semenza lo hanno scoperto. Hanno identificato una macchina molecolare che regola l’attività dei geni in risposta alla variazione dei livelli di ossigeno, riuscendo a porre le basi per la nostra comprensione di come diversi livelli di ossigeno influenzino il metabolismo cellulare e la funzione fisiologica. Come può essere applicato tutto questo alla nostra vita? I risultati raggiunti hanno aperto la strada a nuove strategie per combattere l’anemia, il cancro e altre patologie.
Copyright © Nobel Media 2019. Illustrazione: Niklas Elmehed
Fisica, tra cosmologia ed esopianeti
Il riconoscimento nell’ambito della fisica è stato conferito a James Peebles, ” per le scoperte teoriche in cosmologia“, e a Michel Mayor e Didier Queloz, ” per la scoperta di un esopianeta che orbita attorno a una stella di tipo solare”. Il quadro teorico sviluppato da James Peebles dalla metà degli anni ’60 costituisce le fondamenta delle nostre attuali idee sull’universo: lo scienziato ha studiato attraverso strumenti e calcoli teorici l’antica radiazione – la radiazione cosmica di fondo – proveniente dal Big Bang, dall’infanzia del nostro universo, scoprendo nuovi processi fisici. Grazie alle sue ricerche siamo consapevoli che solo il 5% del contenuto dell’universo è conosciuto, ossia la materia che costituisce le stelle, i pianeti e anche noi, mentre ben il 95% è materia e energia oscura sconosciuta.
Michel Mayor e Didier Queloz, nel 1995, annunciarono la prima scoperta di un pianeta esterno al nostro Sistema solare, un esopianeta che orbitava intorno a una stella simile al sole, all’interno della Via Lattea. Era il pianeta 51 Pegasi b, un gigante gassoso paragonabile al nostro Giove. Una vera e propria rivoluzione per l’astronomia che, da quel momento in poi, ha scovato oltre 4000 esopianeti nella nostra galassia.
Copyright © Nobel Media 2019. Illustrazione: Niklas Elmehed
Chimica, l’importanza delle batterie agli ioni di litio
Il Nobel per la chimica è andato a John B. Goodenough, M. Stanley Whittingham e Akira Yoshino “per lo sviluppo delle batterie agli ioni di litio“. Sì, proprio quelle che alimentano i nostri smartphone. Ma come sono nate? Dobbiamo tornare indietro di circa 40 anni. Stanley Whittingham stava lavorando sullo sviluppo di metodi che conducessero a tecnologie non alimentate da combustibili fossili. Studiando i superconduttori trovò un materiale che poi impiegò per produrre un nuovo catodo in una batteria al litio: era il disolfuro di titanio. La batteria – che aveva il catodo in disolfuro di titanio e l’anodo parzialmente in litio metallico – mostrò di avere grande potenziale nel senso più letterale del termine. Il litio metallico, però, è fortemente reattivo e il rischio era quello di esplosioni.
John Goodenough capì che il potenziale della batteria poteva essere anche più alto sostituendo l’ossido metallico al solfuro metallico. Nel 1980 dimostrò che l’ossido di cobalto era ciò che serviva per passare dai 2 volt ai 4 volt. Nel 1985, Akira Yoshino produsse la prima batteria agli ioni di litio adatta alla commercializzazione: invece di usare il litio reattivo nell’anodo, impiegò il coke di petrolio, un materiale in carbonio che funzionava come l’ossido di cobalto. Ed ecco la batteria che conosciamo: leggera, ricaricabile centinaia di volte prima che le sue performance ne risentano e supporto per una società wireless e libera dai combustibili fossili.
Copyright © Nobel Media 2019. Illustrazione: Niklas Elmehed
Nel 2010, Andrej Gejm e Konstantin Novosëlov ricevettero il premio Nobel per la Fisica per aver scoperto il grafene. Per saperne di più acquistate e leggete l’articolo di Vincenzo Palermo, “Un piccolo foglietto da premio Nobel”, pubblicato nel numero di ottobre 2014 di Sapere.
Immagine di copertina: medaglia conferita ai premi Nobel. Fonte: Adam Baker su Flickr (CC BY 2.0)
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