Quando Ötzi, l’uomo dei ghiacci, è stato ucciso circa 5300 anni fa nelle Alpi Tirolesi aveva la pancia piena di carne di stambecco ma aveva anche l’ulcera.
Quando Ötzi, l’uomo dei ghiacci, è stato ucciso circa 5300 anni fa nelle Alpi Tirolesi aveva la pancia piena di carne di stambecco ma aveva anche l’ulcera. Lo dimostra una ricerca portata a termine da un gruppo di scienziati dell’Accademia Europea di Bolzano che è riuscito ad analizzare nel dettaglio il tessuto intestinale di quello che fu tra i primissimi agricoltori europei.
Rinvenuto nel 1991 da alcuni escursionisti, Ötzi è stato intrappolato nel ghiaccio per migliaia di anni e il suo stomaco è stato trovato in uno straordinario stato di conservazione. Come si legge sulla rivista Science, esaminare le interiora di Ötzi ha permesso di scoprire i segreti di un antenato del batterio Helicobacter pylori, patogeno che oggi prospera nelle viscere di quasi la metà della popolazione mondiale provocando ulcera, gastrite e infiammazione del rivestimento dello stomaco in circa il 10 per cento degli infetti. Nel restante 90 per cento può persistere per decenni e secondo alcuni svolgere un’azione protettiva contro asma, allergie e reflusso acido.
Quello di Ötzi era di una specie molto simile ai moderni ceppi asiatici: sequenziando il genoma di questo antico patogeno (che potrebbe causare ulcera anche nelle persone moderne) i ricercatori hanno scoperto che gli antenati di Ötzi avevano ereditato il batterio dall’Asia, invece che dall’Africa, il che suggerisce che i predecessori degli antichi agricoltori europei potrebbero aver avuto rapporti molto stretti con gli asiatici prima che questi migrassero verso l’Europa.
H. pylori è probabilmente il batterio che, più di tutti, è riuscito a infettare con successo l’essere umano. Il microbo ci abita da circa 100 mila anni in ceppi che si raggruppano in sette differenti popolazioni batteriche in tutto il mondo. Si ritiene che sia comparso per la prima volta in Africa per essere poi diffuso dagli umani in tutto il mondo.
E’ un mistero, comunque, il modo esatto in cui i differenti tipi di patogeno si siano sparsi in tutto il globo e in che relazione siano gli uni con gli altri. Qui entra in gioco lo stomaco di Ötzi: dodici biopsie del tessuto intestinale e del contenuto dello stomaco hanno isolato il DNA del batterio al punto a permettere un sequenziamento ad alta risoluzione del genoma di H. pylori. Il confronto tra quest’ultimo e tra genomi di H. pylori provenienti da tutto il mondo hanno permesso di scoprire che quello di Ötzi era più vicino al ceppo asiatico che non a quelli (attuali) europei o africani. Gli antenati dei primi agricoltori come Ötzi devono essere stati portatori di H. pilory con DNA asiatico in Medio Oriente prima di migrare verso l’Europa. Gli immigrati portatori dei ceppi africani arrivarono più tardi in Europa, dove viveva Ötzi. I due tipi di microbi allora si incrociarono facendo sorgere il ceppo europeo, che dunque è molto più recente rispetto a quanto pensato finora. Un dato significativo che suggerisce che batteri come l’H. pylori possono evolversi e adattarsi a nuove popolazioni molto più rapidamente rispetto a quanto si ritenesse.
Ötzi, che era nel suo quarto decennio di vita, prima di morire aveva ospitato H. pylori abbastanza a lungo da sviluppare una reazione: i tessuti hanno mostrato 22 proteine associate con l’infiammazione. Potrebbe aver potuto soffrire di gastrite o di ulcera anche se, almeno alla fine, molto probabilmente non aveva mal di pancia, dato che aveva fatto un lauto pasto prima di morire. Sazio e contento.
Immagine: credit EURAC/MARION LAFOGLER