Un grande, improvviso aumento dell’attività vulcanica ebbe un ruolo chiave nell’innescare l’inizio dell’età dei dinosauri.
Un grande, improvviso aumento dell’attività vulcanica ebbe un ruolo chiave nell’innescare l’inizio dell’età dei dinosauri. Secondo un nuovo studio dell’Università di Oxford pubblicato sulla rivista PNAS, fu proprio un processo di questo genere a contribuire alla estinzione di massa del Triassico, e a segnare l’alba dell’età dei dinosauri.
L’estinzione del Triassico
L’estinzione del Triassico ebbe luogo approssimativamente 200 milioni di anni fa, fu la più grande estinzione di massa conosciuta e segnò la fine per molte creature tra cui grandi rettili simili a coccodrilli e molte specie marine invertebrate. L’evento causò anche grandi cambiamenti nella vegetazione di terra.
In maniera misteriosa, i dinosauri sopravvissero, e andarono a occupare lo spazio lasciato vacante dalle specie estinte, insieme ai primi mammiferi e agli anfibi. Questa estinzione di massa è stata da sempre messa in relazione dagli scienziati con un improvviso rilascio di anidride carbonica nell’atmosfera, ma l’esatta fonte di questa emissione è stata finora sconosciuta.
I vulcani e i dinosauri
I ricercatori hanno portato alla luce l’impatto globale che importanti emissioni legate a eventi vulcanici enormi ebbe sulla fine del periodo Triassico. La scoperta è stata che il vulcanismo che ha provocato grandi emissioni di anidride carbonica ha causato l’estinzione di massa alla fine del Triassico e ha avuto un profondo impatto sul clima globale (oltre a rallentare la successiva ripresa della vita sul Pianeta).
Il mercurio “rivelatore”
Gli scienziati sono arrivati a queste conclusioni studiando il contenuto di mercurio delle rocce sedimentarie che si sono depositate durante l’estinzione e al termine del Triassico. I vulcani, infatti, rilasciano emissioni di mercurio gassoso, che si diffonde globalmente nell’atmosfera e poi si deposita in sedimenti.
Il team di ricercatori ha esaminato sei depositi di sedimenti in Austria, Regno Unito, Argentina, Groenlandia, Marocco e Canada, che mostravano picchi di concentrazione di mercurio. Alte concetrazioni di emissioni di mercurio coincidevano con un incrementi nelle concentrazioni di anidride carbonica precedentemente assodati nello stesso periodo.