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19 Nov 2019

Paesaggi storici: una risorsa

Antonio Santoro
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L’Italia conserva una grande varietà di paesaggi rurali tradizionali, frutto del lavoro dell’uomo che nel corso dei secoli ha modellato il territorio per adattarsi alle diverse condizioni morfologiche e climatiche. Il risultato è costituito da paesaggi di grande valore, non solo estetico o culturale, che rappresentano una risorsa per lo sviluppo delle aree rurali, nonostante i cambiamenti socio-economici del Novecento abbiano causato la perdita di gran parte degli assetti tradizionali, per l’industrializzazione dell’agricoltura di pianura e per l’abbandono delle attività agricole, della cura dei boschi e della pastorizia in seguito allo spopolamento delle zone montane.

L’Italia conserva una grande varietà di paesaggi rurali tradizionali, frutto del lavoro dell’uomo che nel corso dei secoli ha modellato il territorio per adattarsi alle diverse condizioni morfologiche e climatiche. Il risultato è costituito da paesaggi di grande valore, non solo estetico o culturale, che rappresentano una risorsa per lo sviluppo delle aree rurali, nonostante i cambiamenti socio-economici del Novecento abbiano causato la perdita di gran parte degli assetti tradizionali, per l’industrializzazione dell’agricoltura di pianura e per l’abbandono delle attività agricole, della cura dei boschi e della pastorizia in seguito allo spopolamento delle zone montane.

Nel corso del Dottorato in Scienze e tecnologie per la gestione forestale e ambientale svolto presso l’Università della Tuscia a Viterbo e successivamente come assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agrari, Alimentari e Forestali dell’Università di Firenze, sono stati analizzati nel dettaglio e cartografati 122 differenti paesaggi storici ancora presenti in Italia. Questa ricerca, promossa dal Ministero per le Politiche Agricole, ha individuato le caratteristiche identitarie, le principali minacce e le potenzialità di questi paesaggi.

I vigneti terrazzati delle Cinque Terre o i limoneti della costiera amalfitana sono un’attrattiva turistica rinomata in tutto il mondo, ma accanto ai più noti l’Italia ne vanta tanti meno conosciuti, come i pascoli con carrubi del ragusano o gli oliveti terrazzati di Vallecorsa nel Lazio; questi possono essere valorizzati e rafforzare le economie locali, grazie anche a prodotti alimentari di qualità riconosciuti da marchi quali Slow Food, Denominazione di Origine Protetta (DOP), Indicazione Geografica Protetta (IGP), Denominazione di Origine Controllata (DOC) o Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG).

Gli aspetti turistici o produttivi sono un volano per le economie locali, ma i paesaggi storici sono una risorsa anche per la protezione idrogeologica o per gli alti livelli di biodiversità che possono offrire. La manutenzione del territorio rurale è infatti una difesa strategica contro i fenomeni franosi che periodicamente colpiscono il territorio nazionale, come accaduto nel caso delle frane dell’ottobre 2011 alle Cinque Terre, in gran parte riconducibili all’abbandono delle coltivazioni e dei terrazzamenti in pietra a secco.

Infine i paesaggi storici sono legati alla conservazione della diversità bio-culturale, cioè della biodiversità che deriva da attività antropiche, come le coltivazioni tradizionali, il pascolo brado e il mantenimento di siepi, muretti a secco e terrazzamenti.

Questi paesaggi che provengono dal passato, così importanti per i diversi servizi e le opportunità che offrono, devono essere conosciuti e valorizzati perché rappresentano una risorsa unica e non riproducibile per il futuro delle zone rurali.

Antonio Santoro
Antonio è assegnista di ricerca all'Università di Firenze, dove si occupa di paesaggio rurale.
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