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11 Mag 2022

Osmanto: l’essenza dell’Oriente

Giorgio Rizzo

Giorgio Rizzo
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L’osmanto è un arbusto originario delle remote regioni orientali, che cresce rigoglioso in Cina, Giappone e sulle alture dell’Himalaya. I suoi fiori, insieme alla inebriante fragranza, costituiscono un’icona dell’immaginario orientale che in Occidente si è fatto sempre più vivido negli ultimi secoli. L’osmanto appartiene alla famiglia delle Oleacaee ed è quindi un lontano parente del nostro ulivo. Viene infatti chiamato ulivo dolce ed è abbondantemente coltivato sia per scopi ornamentali che, soprattutto, per il suo preziosissimo olio essenziale, estremamemente variegato in composizione chimica e capace di emanare un intenso odore fruttato che vagamente ricorda il profumo delle pesche, delle albicocche e di altri frutti dolciastri.
In Asia viene anche usato come spezia, soprattutto per impreziosire dolci e bevande a base di thé. L’osmanto è stato infatti il simbolo della Dinastia Ming, largamente impiegato nelle solenni cerimonie nei palazzi celesti già dal 1368 d.C.

 

L’orgine dell’osmanto

Il termine deriva dalla commistione delle parole greche osme e anthos, rispettivamente “profumo” e “fiore” ed era un simbolo di fertilità e buona sorte. Per questo motivo veniva impiegato come bouquet per le spose cinesi.
La pianta ha un’origine mitologica, in quanto una leggenda narra che l’osmanto venne donato da una divinità celeste che abitava nel Paradiso Lunare. La dea, mossa a pietà verso il genere umano che non cessava di soffrire per la condanna della misera esistenza mortale, sparse per il mondo i semi di osmanto, nella speranza di alleviare le povere vite dell’uomo con la dolce fragranza dei fiori. Nelle regioni remote in Cina e in Giappone è infatti coltivato nei giardini buddisti e in prossimità dei templi sacri, a ricordare la riconoscenza per le divinità lunari.

 

 

 

L’olio essenziale di osmanto

Sono oggi note oltre 150 specie ornamentali, di cui la specie O. fragrans è la più importante commercialmente, in quanto dai suoi fiori si estrae l’olio essenziale più ricco. Il costo particolarmente elevato, circa 4000 euro per kg, è dato certamente dalla esigua quantità estratta dalla matrice vegetale: circa 1 grammo di olio per 1 kg di fiori essiccati.
La composizone chimica è molto complessa e le specie differiscono sensibilmente in termini di percentuali e presenza di alcuni metaboliti. Gli oli essenziali sono costituiti da oltre 50 molecole differenti. Inoltre, le molecole di cui è composto l’olio di O. fragrans appartengono a classi di composti chimici inusuali e di difficile sintesi, sottolineando la complessità sintetica che si verifica nel mondo vegetale.
L’olio contiene principalmente l’epossido 1,2-epossilinalolo (29%), l’eterociclo furanico (E)-furano linalolo ossido (16%), 4-(2,6,6-trimetiletilcicloesa-1,3.enil)-butan-2-olo (19%), β-linalolo (3%), lo spirano 2,6,10,10-Tetrametil-1-oxa-spiro[4.5]dec-6-ene (4%) e tetracontano (1%), un lunghissimo idrocarburo composto da ben 40 atomi di carbonio. In particolare, gli spirani sono composti chimici che possiedono un atomo (spesso il carbonio) a ponte tra due strutture cicliche che condividono uno e soltanto un vertice, mentre il tetracontano costituisce un rarissimo esempio di idrocarburo eccedente la lunghezza media di 16 o 18 carboni tipica della maggior parte degli idrocarburi naturali oggi noti.

Giorgio Rizzo
Giorgio Rizzo
Giorgio, laureatosi in Chimica con specializzazione magistrale in Chimica dei Sistemi Molecolari, oggi frequenta la scuola di Dottorato in Scienze Chimiche e Molecolari presso l’Università di Bari.
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