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03 Set 2021

Tutto quello che c’è da sapere sullo Ylang-Ylang

Giorgio Rizzo

Giorgio Rizzo
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Tutti noi abbiamo il nostro fiore preferito in termini di aroma. A chi piace l’intenso odore del glicine, a chi quello penetrante del gelsomino, quello delicato della rosa o il dolciastro dei convolvoli. E se vi dicessi che esiste un fiore che racchiude in sé tutte le fragranze floreali del mondo?
È proprio il caso dello Ylang-Ylang (o Ilang-Ilang), un olio essenziale estratto dai fiori di Cananga odorata, un albero tipico delle coste dell’oceano Indiano, particolarmente coltivato nel sud dell’India, della Cina, nelle Filippine, in Thailandia e nelle isolette a largo delle coste meridionali.

 

Ylang-Ylang, il re dei fiori

Nota per le numerose proprietà terapeutiche come antiepilettico, ansiolitico, antimicrobico, ipotensivo e sedativo, la pianta ha acquisito un immenso valore commerciale data la grande quantità di olio essenziale, di varia purezza, che i suoi fiori possono produrre. Ad oggi, l’esportazione di olio essenziale di Ylang-Ylang costituisce oltre il 30% degli introiti delle isole di Comore, Malesia, Indonesia e Madagascar. Considerate che l’olio essenziale trova impiego praticamente in ogni profumo, cosmetico, detergente o alimento che citi la dicitura “floreale”.
L’Ylang-Ylang, come il Patchouli, è estremamente ricco e variegato nella sua composizione chimica e il suo odore è riconducibile a una complessa miscela di fiori, dolce e penetrante, tanto da risultare nauseabonda se molto concentrata. L’aroma è associato allo speziato, balsamico, fruttato, legnoso e dolciastro. I fiori, di un giallo intenso e con una forma unica con i petali carnosi, lunghi, sottili e penduli, costituiscono la parte interessata per la distillazione in corrente di vapore, generando circa il 2-3% di olio. Inoltre, la distillazione viene interrotta a diverse ore al fine di frazionare l’olio essenziale in miscele di differente purezza e composizione, ottenendo quattro o cinque frazioni. La prima, definita extra superiore, viene raccolta dopo trenta minuti di estrazione, è la frazione più densa ed è destinata alle profumerie di lusso. Seguono poi le successive porzioni, sempre meno dense e meno pregiate, fino all’ultima parte, ottenuta dopo oltre venti ore di distillazione. Quest’ultima assume delle note caramellate a causa della parziale cottura del materiale vegetale.

 

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La leggenda dello Ylang-Ylang

Il nome Ylang-Ylang deriva dal tagalog ilang che significa selvatico, dunque indicando la capacità dell’albero di crescere spontaneamente, risultando a volte infestante. Una leggenda narra che la pianta si sia originata da una donna trasformata per una maledizione. La donna nacque da due genitori che, non riuscendo a procreare, si rivolsero a uno sciamano, il quale concesse loro questa bellissima figlia, a patto che non si fosse mai innamorata e che nessun uomo l’avesse mai toccata. La ragazza, tuttavia, si innamorò perdutamente di un uomo che, porgendole un mazzo di profumatissimi fiori, le sfiorò la mano, trasformandola nell’albero di Ylang-Ylang, incarnando per sempre gli odori di tutti i fiori del mondo.

 

La chimica del profumo dello Ylang-Ylang

L’Ylang-Ylang è costituito da circa un centinaio di composti chimici, principalmente monoterpeni, sesquiterpeni, benzenoidi, esteri acetici, benzoati e fenoli. I prodotti maggioritari sono p-cresil metil etere, metil benzoato, linalolo, benzil acetato, geranil acetato, β-cariofillene, α-cariofillene, farnesene, δ-cadinene, γ-cadinene, benzil benzoato, benzil salicilato, β-ylangene, β-copaene e β-cubebene.
La peculiarità dello Ylang-Ylang è che l’intera pianta, soprattutto le radici, contiene un mix di composti chimici dalle notevoli proprietà farmacologiche. Ad esempio, l’estratto in metanolo dei boccioli ha mostrato un potente effetto antitumorale per i melanomi. L’estratto in etanolo della corteccia ha invece dimostrato un efficace controllo della motilità degli spermatozoi, suggerendo un suo impiego come agente di controllo della fertilità. Infine, gli estratti delle foglie si sono dimostrati potenti anti-iperglicemici e antidiabetici.

 

Immagine di copertina di Sebastiano Casarrubia.

Giorgio Rizzo
Giorgio Rizzo
Giorgio, laureatosi in Chimica con specializzazione magistrale in Chimica dei Sistemi Molecolari, oggi frequenta la scuola di Dottorato in Scienze Chimiche e Molecolari presso l’Università di Bari.
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