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07 Ott 2021

I droni: dalla sorveglianza sanitaria alla sicurezza

Rosario De Marco e Filippo Montanari
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I droni, veicoli senza pilota, sono oggetto di una vasta diffusione, spesso non pubblicizzata, in diversi settori della vita quotidiana, dalla consegna di beni di consumo al trasporto di apparecchiature mediche, fino alla sorveglianza per esigenze di sicurezza pubblica.

L’utilizzo di questi strumenti genera numerosi interrogativi legati alla tutela della riservatezza e sicurezza.

 

L’uso dei droni per la sicurezza nei Comuni

I potenziali problemi legati al rispetto della privacy e alla sicurezza hanno recentemente condotto a un intervento del Garante per la protezione dei dati personali nei confronti del Comune di Bari.
Il Comune di Bari dispone infatti di una flotta di droni in dotazione alle forze di polizia locale e ha recentemente avviato una sperimentazione con dispositivi dotati di sensori sofisticati al fine di verificare il rispetto della normativa emergenziale in materia di lotta al Covid-19.
Il Comune di Bari non è l’unico ente italiano che dispone di tali tecnologie. Il Garante per la protezione dei dati personali ha infatti richiesto informazioni anche al Comune di Roma, in merito all’utilizzo di 9 droni per il controllo del territorio, e a un’azienda sanitaria della stessa zona, che intendeva utilizzare un drone per il monitoraggio della temperatura dei soggetti presenti sulle spiagge di Ostia.

 

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Risultano evidenti, quindi, alcune criticità, tra le quali la difficoltà di identificare l’ente che utilizza un drone (potrebbe anche essere un soggetto privato), l’utilizzo di sensori nei droni capaci di raccogliere ingenti quantità di dati, anche sensibili, e le difficoltà di ricevere adeguate informazioni da parte dei soggetti coinvolti nelle operazioni di sorveglianza.

 

Droni per la tutela della vita umana

Sul territorio nazionale sono inoltre in corso sperimentazioni di droni – come il progetto Seam (Sanitary Emergency Air Mobility) – volte a dimostrare la capacità di intervento e trasporto, in brevissimo tempo, di strumentazione medica, tra cui defibrillatori e farmaci salvavita, nei luoghi in cui sono presenti persone in pericolo di vita.
Pensiamo a luoghi impervi, quali montagne o foreste, territori soggetti ad alluvione o eventi sismici, nei quali l’accesso ai tradizionali mezzi di soccorso risulta spesso precluso o limitato per un rilevante periodo di tempo. In tali scenari, l’utilizzo di droni permette di ridurre sensibilmente i tempi di intervento permettendo di sfruttare la golden hour per salvare vite umane.
Ad esempio, negli Stati Uniti, precisamente nella Carolina del Nord, una famosa società di trasporti ha iniziato a utilizzare una flotta di droni per consegnare velocemente fiale di vaccino a temperature controllate.

 

Droni per consegne a domicilio

Il cielo delle nostre città, nel prossimo futuro, potrebbe non essere più lo stesso; in determinate ore del giorno, infatti, potrebbero essere presenti numerosi droni che seguono grandi aviovie per consegnare beni a domicilio ai consumatori.
Potrà sembrare fantascienza, ma tali consegne sono già realtà in diverse parti del mondo. In Australia, per esempio, società controllate da Alphabet (Google), tra cui l’australiana Wing, testano questi nuovi metodi di consegna. In questo caso, il drone testato raggiunge la velocità di oltre 100 km orari, percorre fino a 20 km, volando a 45 metri d’altezza, con un’apertura alare di poco superiore al metro. Il drone viene gestito da un software che riceve la località di destinazione tramite un’applicazione utilizzata dai consumatori per richiedere la consegna della merce. Droni simili ormai operano anche in Finlandia e negli Stati Uniti d’America.
Non tutte le sperimentazioni nel settore hanno comunque avuto esito positivo, pensiamo al recente abbandono delle consegne tramite drone da parte di alcune società nel Regno Unito.
Il mercato delle consegne a domicilio tramite droni potrebbe valere diverse decine di miliardi di euro nel prossimo futuro. Le aziende italiane ed europee, sfruttando la preziosa esperienza di gestione e tutela dei dati dei cittadini, potrebbero celermente ottenere rilevanti quote di mercato.

 

Droni per la sicurezza nazionale

 

All’interno del programma di modernizzazione dell’Esercito italiano (forza NEC), sono in corso di valutazione e adozione diversi droni, che avranno il preciso compito di proteggere uomini e mezzi, grazie alla rapida trasmissione di immagini geolocalizzate al fine di identificare e gestire pericoli come forze ostili o oggetti esplosivi.
Recentemente, l’Aeronautica militare ha espresso il requisito di armare i propri droni da ricognizione al fine di tutelare le forze presenti in teatri a media e alta intensità.

 

Tutela o ingerenza?

I droni possono essere un prezioso strumento a tutela della vita umana e al contempo risultare un forte elemento di ingerenza nella vita privata dei cittadini, o addirittura diventare armi letali.
Un utilizzo bilanciato dei droni – all’interno di una precisa strategia nazionale ed europea, sottoposta al monitoraggio degli organi competenti e delle autorità pubbliche – appare al momento la soluzione più corretta per gestire questo importante settore innovativo.
L’Europa e le società europee dovrebbero essere protagoniste in questo settore, evitando i rischi connessi all’acquisizione di eccessive quote di mercato da operatori extra-EU, che genererebbe un aumento esponenziale delle criticità legate alla gestione dei dati dei cittadini comunitari.

Rosario De Marco e Filippo Montanari
Rosario De Marco, avvocato del foro di Roma, specializzato in Privacy e nuove tecnologie. Collabora con lo studio legale Macchi di Cellere Gangemi dal 2015. È membro dell’International Association of Privacy Professionals (IAPP) e di altre organizzazioni a livello nazionale. Ha svolto l’incarico di Assistente alla Didattica per la Cattedra di Data Protection presso l’Università LUISS Guido Carli di Roma. In precedenza, ha collaborato con studi legali internazionali ed enti pubblici in Germania, Olanda e nel Regno Unito.Filippo Montanari, avvocato del foro di Verona, collabora con lo studio legale Macchi di Cellere Gangemi dal 2019. Specializzato in ambito privacy, nuove tecnologie e automotive. Assiste gruppi industriali e PMI nell’attività di adeguamento alla normativa in materia di protezione dei dati personali. In precedenza ha collaborato con un importante studio legale nazionale nel settore del diritto bancario e societario. È membro di Privacy network.
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