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31 Mar 2014

Il CERN pensa al dopo LHC

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L’LHC del CERN di Ginevra, il più grande acceleratore di particelle al mondo, continuerà sicuramente a funzionare con prestazioni sempre maggiori, almeno per i prossimi vent’anni. Visti i tempi necessari per realizzare queste gigantesche imprese, la comunità scientifica, e il CERN in particolare, stanno però già iniziando a pensare al prossimo grande progetto.

 L’LHC del CERN di Ginevra, il più grande acceleratore di particelle al mondo, continuerà sicuramente a funzionare con prestazioni sempre maggiori, almeno per i prossimi vent’anni. Visti i tempi necessari per realizzare queste gigantesche imprese, la comunità scientifica, e il CERN in particolare, stanno però già iniziando a pensare al prossimo grande progetto.

 

Un nuovo acceleratore molto più grande e potente

Recentemente, si è tenuto a Ginevra un incontro internazionale per definire il punto di partenza per quello che potrebbe essere considerato il degno erede di LHC, già battezzato Future Circular Collider (FCC). Dalle montagne del Jura alle Alpi, passando sotto il lago di Ginevra, l’impresa appare a dir poco titanica: la nuova macchina circolare dovrebbe avere una circonferenza dagli 80 ai 100 km (circa quattro volte la lunghezza di LHC) e sarebbe in grado di raggiungere energie nell’ordine dei 100 TeV, migliorando quindi le prestazioni del suo predecessore di ben un ordine di grandezza. A queste energie si potranno comprendere meglio sia le proprietà del bosone di Higgs appena scoperto sia, soprattutto, i tasselli mancanti necessari per una corretta visione finale della struttura dell’Universo in cui viviamo.

 

Una grande impresa scientifica globale

I tempi della possibile realizzazione saranno inevitabilmente lunghi, ma è necessario partire oggi per essere pronti, con il nuovo progetto, tra circa trent’anni. Per un’analisi preliminare, che impegnerà fisici e ingegneri per un quinquennio, saranno ovviamente cruciali i prossimi risultati dell’attuale LHC, dalle ricerche sul bosone di Higgs alla materia oscura e la supersimmetria. Lo studio sull’FCC dovrà, in particolare, definire il tipo di particelle da utilizzare per le collisioni finali (protoni-protoni, elettroni-positroni o elettroni-protoni), gli esperimenti da realizzare e la tecnologia necessaria, soprattutto per le potenti strutture acceleratrici e i magneti superconduttori ad alto campo. Si può già intuire come questo dovrà necessariamente essere un progetto internazionale, al pari di altri similari oggi in fase di studio: primo tra tutti l’International Linear Collider, capace di coinvolgere, nella fase di realizzazione finale, l’intera comunità della fisica delle alte energie. I benefici di LHC, sia dal punto di vista scientifico, sia per le ricadute sociali e industriali, sono oggi evidenti e quindi, vista la futura posta in gioco, lo studio preliminare sull’FCC potrebbe rappresentare un nuovo importante passo verso la prossima grande impresa globale della scienza.

Paolo Berra
Paolo Berra
PhD, ingegnere nucleare e imprenditore, ha studiato gli acceleratori di particelle a Milano, Lione e al CERN di Ginevra e Management a Harvard. Si occupa d’ingegneria, innovazione e angel investing.
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