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06 Mag 2021

Tecnologia Blockchain e Criptovalute: dove va il mercato

Rosario De Marco e Filippo Montanari
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Cos’è la Blockchain?

 

La Blockchain o catena di blocchi è una delle tecnologie che permette di registrare e conservare dati, creando un supporto, cosiddetto registro diffuso, idoneo a monitorare e certificare la legittimità di un data operazione.
Elemento rivoluzionario di tale tecnologia è l’eliminazione degli intermediari, soggetti terzi, che garantiscono ad oggi la legittimità di molte transazioni.

 

Come funziona la Blockchain?

Tramite la blockchain il concetto di intermediario fiduciario viene sostituito da quello di fiducia diffusa, intesa come fiducia nell’ecosistema creato dalla blockchain e da soggetti che qui operano.
Il registro della blockchain è pubblico, caratterizzato quindi da trasparenza.
Per comprendere meglio questi concetti, pensiamo alle attuali transazioni finanziarie, nelle quali, ad esempio, una banca svolge il ruolo di terzo intermediario nel trasferimento di denaro da un soggetto A a un soggetto B, annotando nel proprio registro interno tale trasferimento.
Con la blockchain un soggetto A può inviare denaro a un soggetto B facendo affidamento sulla convalida di tale transazione ad opera della molteplicità di soggetti presenti all’interno dell’ecosistema blockchain, che, dopo aver verificato la transazione con diversi metodi, andranno a modificare il registro, aggiungendo un blocco (elemento che contiene la transazione) indissolubilmente legato ai blocchi precedenti (immutabilità).
La tecnologia blockchain può essere applicata a moltissimi settori, ad esempio per tracciare la filiera alimentare, per la produzione e distribuzione di farmaci, per la creazione di un catasto decentralizzato e la gestione di documenti.

 

Le Criptovalute

Uno degli esempi pratici dell’applicazione della blockchain sono inoltre le cryptovalute o criptovalute: valute virtuali legate ad algoritmi di cifratura, il cui utilizzo è subordinato alla conoscenza di alcune credenziali di accesso (chiavi pubbliche e private).
Spesso quando si parla di criptovalute si pensa immediatamente al Bitcoin. Tale associazione risulta tuttavia fortemente riduttiva. Attualmente esistono infatti oltre 9500 criptovalute.
Le prime dieci criptovalute hanno un valore complessivo pari a 1500 miliardi di euro, valore vicino all’intero prodotto interno lordo italiano (1700 miliardi).
Le valute virtuali permettono di inviare velocemente denaro in tutto il mondo, eliminando onerosi costi di transazione dovuti alla presenza di terzi intermediari fiduciari, agevolando il commercio e la crescita economica.

 

Il mercato delle criptovalute oggi

La fase attuale del mercato, iniziata a fine 2020, è fortemente rialzista. Il Bitcoin ha un valore che si aggira intorno ai 50.000 euro, contro gli 8.000 euro di un anno fa. Nel 2014 il Bitcoin valeva circa 100 euro. Ethereum, la seconda valuta per capitalizzazione, è passata da 191 euro di un anno fa a un valore odierno di 2.800 euro.
L’entusiasmo per questi forti rialzi genera l’arrivo di nuovi capitali, più investitori e il lancio di nuove criptovalute ogni giorno, creando forti rischi di una bolla finanziaria.
Risulta importante ricordare che il settore delle criptovalute è caratterizzato, allo stato attuale, da fortissima volatilità e notevoli rischi (pensiamo a fattori quali attacchi hacker o distruzione delle infrastrutture legate alla blockchain). Il settore produce e ha prodotto altresì innovazioni particolarmente importanti, come gli smart contracts.
In attesa di un futuro intervento (si augura limitato) del legislatore europeo, che ha già pubblicato diverse bozze di regolamenti e direttive, la presenza in tale settore dovrebbe essere circoscritta a investitori esperti o altamente consapevoli dei rischi presenti.
Nonostante le criticità, è innegabile comunque che la blockchain e le criptovalute cambieranno in maniera radicale interi settori tradizionali dell’economia.

Rosario De Marco e Filippo Montanari
Rosario De Marco, avvocato del foro di Roma, specializzato in Privacy e nuove tecnologie. Collabora con lo studio legale Macchi di Cellere Gangemi dal 2015. È membro dell’International Association of Privacy Professionals (IAPP) e di altre organizzazioni a livello nazionale. Ha svolto l’incarico di Assistente alla Didattica per la Cattedra di Data Protection presso l’Università LUISS Guido Carli di Roma. In precedenza, ha collaborato con studi legali internazionali ed enti pubblici in Germania, Olanda e nel Regno Unito.Filippo Montanari, avvocato del foro di Verona, collabora con lo studio legale Macchi di Cellere Gangemi dal 2019. Specializzato in ambito privacy, nuove tecnologie e automotive. Assiste gruppi industriali e PMI nell’attività di adeguamento alla normativa in materia di protezione dei dati personali. In precedenza ha collaborato con un importante studio legale nazionale nel settore del diritto bancario e societario. È membro di Privacy network.
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