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07 Lug 2021

Alla scoperta delle maree: lo strano caso della costa del nord barese

Sandro Carniel e Antonio Ricchi
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Tutti conosciamo la manifestazione più evidente della marea, lo spettacolare e ritmico respiro del livello del mare, così ipnotico dal punto di vista visivo e allo stesso tempo così importante per la fisica e la biologia marina. Ma quanto ne sappiamo davvero?

 

Cosa sono le maree?

Le maree sono oscillazioni periodiche del livello dei mari, principalmente generate dall’effetto dell’attrazione gravitazionale che Luna e Sole hanno sulla Terra, e dal tentativo dei nostri oceani di “scappare” via sotto la spinta della rotazione terrestre.
Ognuno di questi fattori ha il proprio peso relativo. Poiché in questo gioco contano la massa e la distanza reciproca, l’effetto sulla marea del Sole (che pure pesa molto più della Luna) è “solo” il 46% rispetto a quello del nostro satellite.

 

I fattori all’origine delle maree

In realtà le maree sono il risultato di una serie di fattori. Contano molto quelli astronomici appena citati, che genererebbero due picchi di alta e di bassa marea ogni 12 ore e 25 minuti circa (legati al passaggio della Luna sopra la Terra).
Oltre a questi ingredienti, quasi costanti e ben calcolabili, il livello del mare che vediamo sulle nostre coste è però influenzato anche da fattori meteorologici, dalla forma del fondale marino, e dall’interazione con altre “onde” molto lunghe tipiche di alcuni sottobacini.
La componente meteo si esplica per esempio attraverso il vento, che può spingere le masse d’acqua modificando il naturale oscillare delle acque che salgono e scendono; o attraverso i campi di pressione atmosferica, dato che, quando prevale il tempo stabile e “bello”, l’alta pressione limita l’escursione dell’alta marea.
L’effetto del fondo e della costa è facilmente intuibile se si pensa a cosa accade a un’onda quando converge in un golfo o una baia, dove si creano oscillazioni (quasi periodiche) all’interno del bacino che inducono aree a maggiore o minore marea.
Tutto questo spiega la grande variabilità delle maree sul nostro pianeta; l’ampiezza dell’escursione può essere di pochi centimetri in alcune aree o di molti metri in altre. Nel Mar Tirreno assistiamo a maree anche di soli 10 centimetri; nell’Atlantico lungo le coste francesi, l’isola di Mont-Saint Michel è soggetta invece a maree con escursione sino a 15 metri, anche grazie alla combinazione del particolare fondale e della conformazione della fascia costiera.

 

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Come si misura la marea?

Ciò spiega perché le maree non siano fenomeni facili da prevedere in alcune aree geografiche, anzi siano estremamente complessi, proprio perché la componente meteorologica non è facilmente prevedibile. E questo comporta, a cascata, la grande difficoltà di prevedere le maree anche quando c’è maltempo.
L’osservazione del livello del mare avviene attraverso l’uso di mareografi, sistemi di registrazione che “seguono” il livello del mare e registrano il dato digitale. Più di recente sono state introdotte anche le misure da satellite.

 

Il caso della bassa marea a Bari

Certo, ci sono poi anche i nostri occhi a studiare le maree, nonostante le nostre percezioni siano spesso “attivate” da fattori non del tutto oggettivi, come le strutture algali che si formano in quella fascia di costa che è posta tra il valore di alta e di bassa marea.
Proprio tramite questa osservazione, lungo la costa di Palese (un quartiere di Bari), molte persone hanno notato negli ultimi mesi alcune basse maree apparentemente “troppo basse”. Una osservazione in apparente contrasto con il tanto discusso innalzamento del livello medio dei mari. Ma solo apparentemente.
Come si può vedere dai dati registrati dal mareografo di Bari, gli ultimi mesi hanno individuato un’anomalia “negativa” del livello del mare al di sotto del livello medio definito come “zero”.

 

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Andamento dell’elevazione della superficie del mare registrato dal mareografo di Bari, dal 01 gennaio 2020 al 01 giugno 2021.

 

 

Si è trattato proprio di una curiosa sommatoria degli effetti combinati di eventi atmosferici, cicli astronomici e componenti geografiche di cui abbiamo scritto.
In particolare, l’anomalia negativa di circa 15 cm, presente durante il mese di maggio 2021, è stata probabilmente dettata da una configurazione atmosferica con pressione più elevata della media – che ha “spinto” verso il basso la superficie marina di qualche centimetro, abbastanza da sommarsi a effetti locali e astronomici, rendendola “visibile” – e dalla particolare vicinanza della Luna alla Terra, fenomeno che genera le più alte tra le alte maree, e le più basse tra le basse maree.

 

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Anomalia di pressione atmosferica per il mese di Maggio 2021, rispetto al periodo 1979-2020. Fonte dei dati www.climatereanalyzer.org.

 

Ovviamente servirebbero maggiori analisi ma già questi spunti possono farci riflettere. Bastano pochi centimetri in meno di marea per darci l’impressione che qualche cosa sia cambiato.
Cosa succederà quando, come previsto, nei prossimi (pochi) decenni, il livello del mare sarà più alto rispetto a ora di alcune decine di centimetri?

 

 

Fotografie di Saverio Fiore

Sandro Carniel e Antonio Ricchi
Sandro CARNIEL, oceanografo, si occupa di oceani e clima. Unisce all'attività di ricerca quella di comunicatore e divulgatore scientifico, anche in trasmissioni televisive quali Nautilus, Memex, Linea Blu e Superquark. Con il suo testo divulgativo Oceani, il futuro scritto nell'acqua (Hoepli) si è aggiudicato il Premio Costa Smeralda. Antonio Ricchi, oceanografo e meteorologo, è ricercatore presso l'Università dell'Aquila/CETEMPS e docente presso la laurea magistrale in scienze atmosferiche L-MAST.  Si occupa dello studio di eventi estremi atmosferici e marini come uragani, alluvioni lampo, cicloni mediterranei e tempeste e del loro mutamento nel tempo.
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