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09 Apr 2020

Antropocene: l’inizio di una nuova era e il futuro che ci aspetta

Guido Nigrelli

Guido Nigrelli
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Maggio 2000, sulla newsletter dell’International Geosphere-Biosphere Programme, Paul Crutzen e Eugene Stoermer pubblicano un articolo dal titolo “The Anthropocene”. Nell’articolo si propone l’utilizzo del termine Antropocene per definire l’attuale epoca geologica. Il termine viene subito accettato e largamente utilizzato, anche se il dibattito sull’inizio di questa epoca è tuttora aperto (Lewis e Maslin, “Defining the Anthropocene”, Nature, 2015).

Perché una nuova epoca geologica e perché chiamarla così?

La necessità di inserire il tempo che noi viviamo all’interno di una nuova epoca geologica nasce dal fatto che sul nostro pianeta, da circa 250 anni, stanno avvenendo cambiamenti mai visti prima e questi cambiamenti, per la prima volta, sono causati da una specie vivente: l’uomo.
Sfruttamento delle risorse naturali, elevato inquinamento ambientale, drastica diminuzione della biodiversità e degli ecosistemi, marcata alterazione dei principali cicli bio-geo-chimici, intensa deforestazione e consumo di suolo, rapida crescita demografica, aumento della povertà e della fame nel mondo, pericolosi cambiamenti climatici sono le principali evidenze dell’Antropocene (Steffen et al., “The emergence and evolution of Earth System Science”, Nature, 2020).

Antropocene = grande accelerazione

Queste evidenze sono il frutto di un modello di sviluppo che tende verso una crescita molto veloce, incontrollata e insostenibile. Iniziato lentamente nella seconda metà del Settecento, con l’avvento della macchina a vapore e della Rivoluzione industriale, dopo la Seconda guerra mondiale il modello si è rapidamente imposto fra i maggiori Paesi del mondo, proseguendo tuttora con ritmi oramai non più tollerabili. La grande accelerazione dei processi che governano il Sistema Terra provocata dalle attività umane è l’aspetto più importante e preoccupante dell’Antropocene (Steffen et al., “The trajectory of the Anthropocene: The Great Acceleration”, The Anthropocene Review, 2015).

La stabilità e la resilienza del Sistema Terra sono in grave pericolo

Gli studi dello Stockholm Resilience Centre lo confermano. Superare i confini planetari che regolano il Sistema Terra aumenta il rischio di generare cambiamenti ambientali irreversibili (fonte https://www.stockholmresilience.org/). Come ben visibile in figura, alcuni di questi confini sono già stati superati.

figura

Gli sforzi fatti dai “sapiens scienziati” di tutto il mondo per oltre mezzo secolo, al fine di sensibilizzare i “sapiens governatori” verso un nuovo modello di sviluppo hanno dato risultati molto scarsi. Una breve analisi bibliometrica effettuata di recente mediante Clarivate Analytics utilizzando la semplice parola chiave “Anthropocene” nel titolo, ci dice che dal 2001 al 2020 sono stati pubblicati nel mondo 2717 lavori sull’argomento. La ricca produzione scientifica mette in evidenza il problema e, soprattutto, ne indica la soluzione. La soluzione è che bisogna adottare un nuovo modello di sviluppo globale che soddisfi la crescita delle società umane e che mantenga il sistema terrestre in uno stato resiliente. La soluzione dunque esiste e non è poco, bisogna metterla in pratica, è difficile ma non impossibile.
Per applicare questo nuovo modello di sviluppo e garantirci un futuro è necessario cambiare radicalmente i nostri stili di vita. Il necessario cambio di rotta è urgente ma non è ancora avvenuto e l’emergenza da COVID-19 che tutto il mondo sta drammaticamente affrontando è forse il primo, disastroso, campanello di allarme. Il raggiungimento di una buona qualità della vita da parte di tutti gli esseri umani non implica necessariamente che ci debba essere una crescita illimitata e uno smisurato consumo di risorse. È possibile crescere ed evolversi salvaguardando l’ambiente, garantendo adeguati spazi vitali alle specie vegetali e animali, utilizzando fonti energetiche rinnovabili e altro ancora, non dimenticando mai che la Terra è l’unico pianeta che per ora abbiamo per continuare il nostro cammino evolutivo (Lewis e Maslin, Il pianeta umano, Einaudi, 2019).

Saremo in grado di garantirci una casa?

E dopo l’Antropocene? Forse vivremo il Novacene di James Lovelock, oppure l’Urbanocene di Geoffrey West. Forse il Green Deal europeo indicherà al mondo la strada giusta. Oppure niente di tutto questo perché non avremo invertito la rotta e saremo diventati l’unica specie su questo pianeta ad essersi autoestinta. Ma alla fine, siamo davvero così sapiens? Dimostriamolo.

Guido Nigrelli
Guido Nigrelli
Naturalista, ricercatore al CNR-IRPI di Torino e divulgatore scientifico. Come ricercatore studia le relazioni tra clima e processi morfodinamici in ambiente alpino. Come divulgatore scientifico scrive di scienza, tecnologia e ambiente su alcune testate giornalistiche e gestisce il blog www.divulgarescienza.it. Guido Nigrelli è membro del Comitato Glaciologico Italiano per il quale svolge l'attività di operatore glaciologico.
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