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02 Feb 2021

Il Lago di Garda: un archivio unico di storia naturale e antropica

Luca Gasperini

Luca Gasperini
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È partito in questi giorni un progetto multidisciplinare per lo studio del Lago di Garda che vede coinvolti istituti di ricerca e varie università del nostro Paese (il CNR, l’Università dell’Insubria, di Pisa e di Trieste, la Cattolica di Brescia, l’Istituto Idrografico della Marina, tra gli altri), in stretta collaborazione con le comunità locali.

Il focus della ricerca, principalmente geologica, è la storia naturale del lago e degli strati sedimentari del sottofondo lacustre che, come pagine di un libro, conservano testimonianza degli eventi che si sono succeduti in questo territorio unico, e più in generale nel territorio padano, e forniscono informazioni sui popoli che l’hanno abitato. I laghi, infatti, sono “attrattori naturali”, come ben sanno i Paesi rivieraschi invasi ogni anno da moltissimi turisti, soprattutto da Germania e Austria, e come testimoniato dai frequenti ritrovamenti di siti palafitticoli dell’Età del Bronzo.

 

Come ricostruire i processi geologici

Il Lago di Garda, il più grande della Penisola, localizzato sul fronte meridionale delle Alpi centrali, offre un’opportunità importantissima per ricostruire i processi geologici avvenuti nell’èra più recente, il Quaternario, legati all’interazione tra sedimentazione fluvio-glacio-lacustre e l’attività tettonica al fronte meridionale delle Alpi. Il bacino del Garda, disposto ortogonalmente alla catena, ha infatti ospitato una delle principali lingue glaciali che scendevano dalle Alpi alla pianura prima dell’attuale periodo interglaciale iniziato circa 10 000 anni fa.
Inoltre, la sua posizione ai piedi della catena fa sì che si trovi in un’area caratterizzata da intensa sismicità, come testimoniato da eventi recenti (terremoti di Salò del 1901 e 2004), e da resoconti storici, che includono due terremoti medievali tra i maggiori mai registrati in Pianura Padana, quello di Verona (13 gennaio 1117) e quello di Brescia (25 dicembre 1222), del IX e X grado della Scala Mercalli.
Nonostante questa particolarità, gli studi geologici/geofisici dei fondali del lago sono ad oggi molto scarsi.

 

Studiare il Lago di Garda per conoscere la storia

Il nuovo progetto di ricerca ha come punto di partenza una recente indagine geofisica del lago, che ha consentito l’acquisizione di una rete densamente spaziata di profili di sismica a riflessione ad alta risoluzione.

 

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Un esempio di profilo sismico a riflessione acquisito nel Lago di Garda, che visualizza gli strati sedimentari fino a molte decine di metri al di sotto del fondale lacustre.

 

Questi dati permettono di ricostruire la morfologia del fondale e la parte più superficiale della sequenza sedimentaria che riempie la conca lacustre, e sono stati utilizzati per compilare mappe tematiche sui processi geologici attivi in diversi settori del bacino. L’attenzione dei ricercatori è concentrata sul sottofondo lacustre, che registra i processi geologici che l’hanno formato e modellato, ma soprattutto su un livello stratigrafico coincidente con la fine dell’ultimo periodo glaciale, datato circa 10-15 000 anni fa, quando il lago ha assunto le caratteristiche attuali ed è stato sede di importanti insediamenti proto-storici e storici.
Oltre alla grande potenzialità di questi dati nel ricostruire aspetti culturali, come la presenza umana sulle rive in relazione ai cambiamenti climatici, i ricercatori si sono accorti del fatto che i sedimenti registrano eventi particolarmente distruttivi, forse grandi terremoti, accaduti in epoca storica e preistorica, che hanno lasciato una traccia nelle immagini ecografiche del sottofondo lacustre.
Uno dei principali obiettivi del nuovo progetto sarà quindi campionare con carotaggi di sedimento la registrazione di questi eventi, per ricostruirne l’impatto ambientale, la natura, l’età e la possibile ricorsività nel tempo.

Luca Gasperini
Luca Gasperini
Luca Gasperini è ricercatore presso l'Istituto di Scienze Marine (ISMAR-CNR) di Bologna, dove si occupa di geologia/geofisica marina. Ha pubblicato articoli scientifici e divulgativi in molti settori, tra i quali la geologia oceanica, la paleosismologia e i metodi geofisici. Tiene un corso di geofisica presso l'Università di Bologna.
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