Skip to main content

02 Mar 2014

Il mistero di Tunguska

Alina Polonia

Alina Polonia
Leggi gli altri articoli

Home Rubriche Geologia e Sostenibilità

La recente esplosione di un piccolo asteroide nei cieli di Chelyabinsk ha rievocato un evento simile, ma di proporzioni maggiori, sempre avvenuto in Russia. È il cosiddetto Evento di Tunguska che, dopo oltre un secolo, è ancora al centro di un acceso dibattito scientifico che ne spieghi le dinamiche, e l’asteroide di Chelyabinsk potrebbe fornire informazioni utili in questo senso.

La recente esplosione di un piccolo asteroide nei cieli di Chelyabinsk ha rievocato un evento simile, ma di proporzioni maggiori, sempre avvenuto in Russia. È il cosiddetto Evento di Tunguska che, dopo oltre un secolo, è ancora al centro di un acceso dibattito scientifico che ne spieghi le dinamiche, e l’asteroide di Chelyabinsk potrebbe fornire informazioni utili in questo senso.

 

L’esplosione di Tunguska

Il 30 giugno 1908 una esplosione di energia stimata tra i 15 e i 50 Megatoni abbatte 80 milioni di alberi in una sperduta regione della Siberia Centrale. L’area viene esplorata solo vent’anni più tardi da L. Kulik, un mineralista dell’Università di San Pietroburgo, che riesce, in mezzo a grandi difficoltà, a trovare la zona devastata. Con le spedizioni tra il 1927 e il 1938, Kulik raccoglie numerosi indizi del fatto che la devastazione è accaduta a causa dell’esplosione in cielo di un asteroide, ma non riesce a trovare meteoriti o tracce inequivocabili di materiale di origine extraterrestre. Il mistero di Tunguska diventa lo spunto per romanzi di fantascienza, alimentati da una serie di ipotesi tra il suggestivo e lo strampalato, come l’esplosione di una astronave aliena o la disintegrazione di un piccolo buco nero.

 

La spedizione italiana

Nel 1999, una spedizione scientifica italiana riesce a esplorare la zona dell’esplosione e in particolare un piccolo lago, il Lago Cheko, a circa 10 chilometri dall’epicentro dell’esplosione, che viene interpretato come un cratere da impatto. Si apre a questo punto un dibattito tra geologi da un lato, e i cosiddetti impattologi dall’altro. I primi hanno raccolto evidenze molto convincenti che il lago si è formato nel 1908 per l’impatto di un grosso frammento di un corpo cosmico (asteroide o cometa) sopravvissuto all’entrata nell’atmosfera. I modelli teorici degli impattologi, invece, negano la possibilità che un frammento cosmico roccioso in quelle condizioni possa giungere fino al suolo. I dubbi sollevati frenano l’impegno dei finanziamenti necessari per la perforazione del lago e bloccano in qualche modo la ricerca del grosso frammento del meteorite di Tunguska in fondo al Lago Cheko.

 

Cosa può dirci il meteorite di Chelyabinsk?

La dinamica dell’evento di Chelyabinsk, nel quale molti frammenti sopravvivono all’esplosione e impattano al suolo, sembra contraddire i modelli dei fisici. Il frammento più grosso, ancora molto piccolo rispetto a quello che ci si aspetta per il Lago Cheko, viene recuperato sul fondo di un lago a qualche decina di chilometri dalla città. I casi di Tunguska e di Chelyabinsk ci costringono a rivedere le nostre ipotesi sulla dinamica degli impatti terrestri: questi eventi possono avere effetti molto diversi sulla Terra rispetto agli altri pianeti o alla Luna, e a volte non sono facilmente decifrabili. Non è possibile allora prevederli facilmente e costituiscono una minaccia costante per gli abitanti del Pianeta.

Alina Polonia
Alina Polonia
Geologa e ricercatrice presso l'Istituto di Scienze Marine (ISMAR-CNR) di Bologna dove si occupa di geologia marina. I suoi interessi principali sono lo studio dei margini continentali e la geologia dei terremoti sottomarini.
DELLO STESSO AUTORE

© 2024 Edizioni Dedalo. Tutti i diritti riservati. P.IVA 02507120729