L’India è indissolubilmente legata al Gange, il fiume che l’attraversa: teatro di ritualità e fonte di vita spirituale. Le sue acque, conosciute in un passato ormai lontano per le proprietà curative, sono fortemente inquinate: un problema che coinvolge non solo gli indiani ma tutto il mondo, considerando che con la sua enorme portata (12.500 m3/s all’altezza di Bhagalpur) sfocia in mare, immettendo in circolo negli oceani rifiuti e sostanze tossiche. Il CNR-IBAF (Istituto di biologia agro-ambientale e forestale), sostenuto dai fondi dell’Unione Europea e con il partenariato del NEERI (National Environmental Engineering Research Institute, CSIR-Council of Scientific & Industrial Research, India) coordina il progetto TECO, Technological ECO-innovations for the quality control and the decontamination of polluted waters and soils, il cui obiettivo è incrementare e rafforzare gli scambi tra Europa e India di esperti e innovatori nel settore delle nuove tecnologie applicate alla decontaminazione di suoli ed acque e al miglioramento della qualità ambientale.
L’India è indissolubilmente legata al Gange, il fiume che l’attraversa: teatro di ritualità e fonte di vita spirituale. Le sue acque, conosciute in un passato ormai lontano per le proprietà curative, sono fortemente inquinate: un problema che coinvolge non solo gli indiani ma tutto il mondo, considerando che con la sua enorme portata (12.500 m3/s all’altezza di Bhagalpur) sfocia in mare, immettendo in circolo negli oceani rifiuti e sostanze tossiche. Il CNR-IBAF (Istituto di biologia agro-ambientale e forestale), sostenuto dai fondi dell’Unione Europea e con il partenariato del NEERI (National Environmental Engineering Research Institute, CSIR-Council of Scientific & Industrial Research, India) coordina il progetto TECO, Technological ECO-innovations for the quality control and the decontamination of polluted waters and soils, il cui obiettivo è incrementare e rafforzare gli scambi tra Europa e India di esperti e innovatori nel settore delle nuove tecnologie applicate alla decontaminazione di suoli ed acque e al miglioramento della qualità ambientale.
Proprio grazie a TECO, Giancarlo Cammerini, reporter, fotografo e filmmaker italiano, ha viaggiato lungo il Gange e tra ricordi, testimonianze, dati scientifici e documenti, ha riflettuto sul legame tra sacralità e l’inquinamento.
“Negli ultimi vent’anni l’India ha avuto una crescita esponenziale. Lo sviluppo urbanistico e la produttività industriale si stanno ripercuotendo sul Gange, che attraversa la nazione da ovest a est, dalle cime dell’Himalaya fino a sfociare nel golfo del Bengala. Il governo indiano, da un lato in corsa verso il progresso e dall’altro estremamente tradizionalista, si è impegnato a combattere contro l’inquinamento del fiume. Una promessa che ha visto innanzitutto la realizzazione del National Mission for Clean Ganga, il quale, con azioni scientifiche ma anche legislative e culturali, si sta occupando del disinquinamento del Gange e dei suoi affluenti”. Così Cammerini ci parla della situazione attuale di questa emergenza ambientale – dalle caratteristiche quasi uniche – riassunte nel nome del suo lavoro “Sacred Waters, Polluted Sins” (Acque sacre, peccati inquinati), un riferimento a quell’intreccio tra religione e natura che, lui sottolinea, non dovrebbe essere così estraneo a noi: basti pensare all’enciclica di Papa Francesco sull’ambiente del maggio 2015, Laudato si’ “nella grande maggioranza dei casi non ha intaccato la coscienza dei cattolici che, ad esempio, continuano a non rinunciare alla plastica usa e getta”.
TECO è il frutto della forte cooperazione tra Europa e India per proporre soluzioni innovative e sostenibili al fine di affrontare la sfida di integrare i bisogni derivanti dalla crescente popolazione mondiale, soprattutto indiana, con la salvaguardia ambientale. La Repubblica Indiana e l’Unione Europea nel 2016 hanno sottoscritto un Memorandum of Understanding (India-EU Water Partnership) con l’obiettivo di rafforzare le capacità tecnologiche e scientifiche di India ed Europa nell’ambito della gestione delle acque, sulla base di uguaglianza, reciprocità e mutuo beneficio.
Alla luce di questo, ci racconta Cammerini “Il NEERI ha svolto un’indagine ambientale approfondita, soprattutto sulla prima parte del Gange. Ho viaggiato portando con me questo studio: ho ripercorso il fiume dalla foce, il golfo del Bengala, fino alle sorgenti che si trovano in Himalaya – 2500 chilometri in 45 giorni – e ho sostato nei luoghi simbolo dell’induismo e della religiosità, dove arrivano milioni di pellegrini che rappresentano una delle fonti d’inquinamento”.
Il fiume Gange è considerato dagli indù come una dea, un fiume puro. La purificazione ha un ruolo centrale nell’esistenza della metà della popolazione indiana ma, ironicamente, il Gange è uno dei fiumi più inquinati sulla Terra, come confermano i dati raccolti dalla Banca Mondiale: piccoli paesi e città generano 3 miliardi di litri di liquami ogni giorno e solo una frazione viene trattata prima di raggiungere il fiume; mentre gli scarichi domestici costituiscono il 70-80% delle acque reflue che fluiscono nel Gange, i materiali di scarico industriali aggiungono un altro 15% con impatti di ampia scala sulla salute degli uomini e delle acque. Inoltre la mancanza di una gestione adeguata dei rifiuti solidi aggiunge cumuli di spazzatura. È così che un’acqua così sacra per la vita spirituale diviene altamente dannosa per la salute fisica.
ALLAHBAD. The society calls on the Government to ensure effective interception, diversion and treatment of sewage, but is also a cultural problem If you find garbage everywhere, even in sacred places like Sangam, the confluence of Ganges and Yamuna. @StampaCnr #Gangariver pic.twitter.com/KfITXSeMkd
— Giancarlo Cammerini (@GCCammerini) 13 maggio 2018
Ma le acque del Gange sono mai state curative come si pensava in passato? “Il Gange è sacro per vari motivi, la sua acqua è sempre stata considerata curativa, persino gli inglesi, nel periodo colonialista, ne trasportavano taniche in Inghilterra. Recenti studi hanno confermato che solo nel primo tratto del fiume, nella zona himalayana, si registrano particolari proprietà, perdute non appena si arriva in pianura. In questo caso cultura popolare, scienza e sacralità si sono effettivamente incontrate”.
Spesso stupisce il rapporto dei credenti con queste acque, in cui si bagnano e di cui si abbeverano. Giancarlo Cammerini ha un punto di vista molto chiaro su questo aspetto: “Se ci pensate anche noi, in Italia, abbiamo problemi d’inquinamento. Ancora oggi, nonostante le informazioni e la legislazione che abbiamo a disposizione, troviamo bagnanti che si immergono in zone fortemente compromesse. Come mai gli italiani nuotano in quei tratti di mare non balneabili? Perché i batteri non sono visibili e non ci si chiede se quell’acqua, dalle varie sfumature di colore e a volte quasi limpida, sia inquinata o no”.
Come avrete potuto vedere dalla mappa del viaggio, tante sono state le tappe e le testimonianze di una civiltà in evoluzione in cui, però, sviluppo industriale, cultura, religione e consapevolezza dell’ambiente posseggono velocità diversissime: “Varanasi, una Firenze indiana, non è solo minacciata dall’inquinamento dovuto alle concerie. Il suo meraviglioso patrimonio architettonico sta cadendo letteralmente a pezzi e le autorità non si stanno impegnando a sufficienza per evitare che queste bellezze scompaiano”.
VARANASI. Varanasi is one of the oldest living cities in the world, little has really changed in the past 200 years. International associations are call to save the beauty and the heritage of this magical place. @StampaCnr #Gangariver pic.twitter.com/UQkjZZrbq4
— Giancarlo Cammerini (@GCCammerini) 11 maggio 2018
Altri luoghi che colpiscono nelle storie raccontate da Giancarlo sono Rishikesh e Terhi, da lui già visitate più di 30 anni fa: “Rishikesh è famosa non solo per i Beatles (che vi hanno soggiornato nel 1968). Attualmente è la capitale mondiale dello yoga. È cresciuta in maniera disordinata ed è piena di turisti occidentali, anch’essi causa di inquinamento. A Terhi, poi, ho visto un Gange completamente trasformato a partire dalla sua diga, una delle più grandi al mondo, la cui costruzione fu osteggiata dagli ambientalisti ma che è fondamentale per l’approvvigionamento di energia, generata dagli impianti idroelettrici”.
TERHI. The upper part of the Baghirati @RiverGanga is a continuous of infrastructure that have changed the face of this valley. Certainly the most important and devastating work was the Theri dam. @EU_in_India @StampaCnr @DirectorNEERI @Indoitalianres #Gangariver pic.twitter.com/FbzRoK8Oi2
— Giancarlo Cammerini (@GCCammerini) 18 maggio 2018
Le foto e i commenti su Twitter e Instagram, pubblicati da Giancarlo Cammerini nel percorrere questo viaggio dentro le contraddizioni di una nuova India, testimoniano il grande lavoro scientifico affrontato da TECO per un futuro migliore per tutto il Pianeta e ci avvicinano all’idea che non esistano veri confini ma solo un’unica grande umanità che dovrà lavorare tantissimo per salvare una natura che, fino a questo momento, ha dato per scontata.
A cura di Redazione