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17 Feb 2021

Il millepiedi che ferma i treni

Marco Signore

Marco Signore
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Gli organismi periodici sono davvero speciali per chi studia la natura, ma anche per chi la vive più o meno passivamente. Si tratta di piante o animali che hanno un ciclo vitale fisso, di lunga durata, e capaci di emergere tutti insieme: espresso in termini ecologici, una specie periodica ha una durata del ciclo vitale pari a un numero di anni k (con k maggiore di 1), e i suoi adulti emergono simultaneamente ogni ko anno.
Per esempio, nel regno vegetale i bambù sono famosi per questo: almeno 70 specie di Bambuseae (la famiglia dei bambù) hanno un ciclo vitale che include un lungo periodo vegetativo, e poi una massiccia fioritura sincronizzata.
Tra gli animali, la periodicità è confermata, per ora, solamente tra le cicale: il genere Magicicada ha un ciclo vitale periodico in cui le ninfe, dopo aver vissuto per 13 o 17 anni sottoterra, emergono tutte insieme ogni 13 o 17 anni, per l’appunto.
Le ragioni ecologiche (ed evolutive) di una simile sincronizzazione non sono ancora del tutto comprese, e la rarità di un simile ciclo vitale tra gli insetti sembrerebbe testimoniare che la strategia non è la migliore, ma è comunque in grado di assicurare il successo ad alcune specie.
La storia che stiamo per raccontarvi testimonia ancora una volta che pur vivendo in un mondo “rimpicciolito” dall’avanzamento dei mezzi di comunicazione e trasporto, alcuni fenomeni ci sfuggono pur essendo proprio sotto i nostri occhi; così, nel modernissimo Giappone del XXI secolo è stata appena fatta una scoperta eccezionale riguardo animali a ciclo periodico che aggiunge un nuovo tassello alla biologia ancora poco conosciuta di questi organismi.

 

Le fioriture di millepiedi

Sin dagli anni ’20 del XX secolo i giapponesi che frequentavano alcune specifiche linee ferroviarie del Giappone centrale conoscevano il fenomeno dei “millepiedi dei treni”: in autunno si verificavano spesso delle comparse in massa di millepiedi all’epoca classificati nel genere Fontaria, i cui numeri erano capaci di rendere difficoltosa la circolazione dei treni.
Secondo quanto riportato dal recentissimo studio di Niijima, Nii e Yoshimura, pubblicato su Royal Society Open Science, all’epoca la periodicità del fenomeno non era avvertita per diverse cause. Col passare degli anni si è scoperto che comparse simili interessavano diverse specie di millepiedi; tuttavia, solo in tempi recenti si è finalmente riusciti ad accertare una periodicità di 8 anni di questi fenomeni. Nel frattempo, la sistematica dei millepiedi ha fatto ulteriori progressi, e il genere Fontaria è stato riclassificato e suddiviso. Niijima e colleghi hanno finalmente confermato nel loro lavoro che i millepiedi che causano il blocco dei treni negli autunni del Giappone centrale hanno una periodicità fissa di 8 anni, e appartengono alla specie Parafontaria laminata armigera.

 

 

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Il millepiedi dei treni

Questa specie ha una regolarità praticamente perfetta di 8 anni, con l’eccezione di due rapporti storici “fuori posto”, che però risalgono all’epoca bellica e quindi sono quasi sicuramente alterati da diverse possibili cause. Le ragioni della lunghezza del periodo (8 anni) sono probabilmente da cercare nell’ibernazione invernale di questa specie, a differenza di quanto accade per le cicale, che invece hanno sincronizzato i loro cicli in due numeri primi (13 e 17).
Il lavoro del team giapponese ha quindi non solo prodotto una vera e propria mappa del millepiedi che ferma i treni, ma ha anche dimostrato che c’è almeno un altro organismo periodico al mondo, e che probabilmente anche in questo caso nuove ricerche potrebbero portare a ulteriori conoscenze su questo affascinante, seppur poco diffuso, modo di riprodursi.

 

 

Immagine: copyright Niijima et al., R. Soc. Open Sci. 8: 201399.

Marco Signore
Marco Signore
Laureato a Napoli in Scienze Naturali, PhD all'Università di Bristol in paleobiologia con specializzazioni in morfologia e tafonomia, è nella divulgazione scientifica da quasi 20 anni, e lavora presso la Stazione Zoologica di Napoli "Anton Dohrn". Nel tempo libero si occupa anche di archeologia, oplologia, musica, e cultura e divulgazione ludica.
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