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17 Gen 2022

Il primo millepiedi con… mille piedi!

Marco Signore

Marco Signore
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I millepiedi sono tra i più antichi animali ad aver colonizzato le terre emerse, raggiungendo verso la fine del Carbonifero dimensioni considerevoli: il genere Arthropleura poteva arrivare a misurare quasi 2 metri di lunghezza.

 

Quante zampe hanno i millepiedi?

Anche la loro storia evolutiva è molto lunga, e oggi si conoscono 12.000 specie, essenzialmente detritivore o erbivore; la caratteristica principale del gruppo è quella di presentare due zampe per ogni segmento del loro corpo lungo e cilindrico. In genere questi piccoli animali si difendono dai predatori con sostanze chimiche irritanti o velenose, ma nessun millepiedi è pericoloso per l’uomo. Nonostante la loro elevata diffusione, e il fatto che alcune specie vengano allevate come animali da compagnia, la conoscenza di questo gruppo è ancora terribilmente incompleta.
Tra questi animali, l’ordine Polyzoniida è conosciuto sin dal Cretaceo, e oggi conta circa 70 specie che esibiscono una notevole diversità di comportamenti: alcuni hanno infatti cure parentali, altri si difendono rilasciando alcaloidi velenosi, e altri ancora sono capaci di avvolgersi in forma sferica per evitare la predazione. Questi piccoli animali sono diffusi in genere nel detrito vegetale, e contano intorno alle 400 zampe: di fatto, nessun millepiedi arriva a contare 1000 zampe – almeno, non fino al 2021, con la descrizione un nuovo genere (e una nuova specie): Eumillipes persephone.

 

La vita negli abissi terrestri

Eumillipes persephone è stato una vera sorpresa per gli specialisti di questi artropodi. Il suo nome generico sta a indicare che ha davvero 1000 piedi, e quello della specie si riferisce a Persefone, la dea greca del mondo sotterraneo. Infatti, questo piccolo (ma molto allungato) animale è stato ritrovato a 60 metri di profondità in una delle zone minerarie dell’Australia, e quindi appartiene a quel tipo di faune dette troglobie, adattate cioè a vivere in profondità nelle grotte.

 

 

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Le faune di grotta rappresentano una nuova frontiera per lo studio della biodiversità, proprio a causa della loro difficile accessibilità; non è infatti da escludere che Eumillipes sia molto più diffuso di quel che si creda nelle miniere e nelle grotte australiane. Forse proprio a causa del suo peculiare habitat, Eumillipes ha un corpo estremamente sottile e allungato, tanto che all’inizio si era pensato che fosse una specie nuova appartenente però a un’altra famiglia già ben nota. Solo il ricordo al microscopio elettronico ha permesso di scoprire che si trattava di un nuovo genere.

 

Mille e più piedi!

Oltre all’ambiente di vita e al fatto che si tratta di un nuovo genere, Eumillipes persephone è particolare per il suo personale record: con 1306 zampe, si tratta del primo millepiedi che abbia davvero 1000 zampe, ed è appunto l’animale con il più alto numero di zampe conosciuto.
Questo piccolo animale è perfettamente equipaggiato per vivere in ambienti sotterranei: le sue massicce antenne identificano la più piccola crepa nel terreno, e il resto del corpo è strutturato in modo da potersi muovere agilmente attraverso le aperture del substrato. Tuttavia, anche la biomeccanica di questo gruppo è ancora poco conosciuta, e occorrono ulteriori studi per comprendere gli adattamenti alla vita in tre dimensioni nel sottosuolo.
Eumillipes rappresenta perfettamente il tipo di sorpresa che gli studiosi di campo del mondo animale e vegetale riescono a trovare tanto spesso nonostante la crisi globale che sta devastando gli ecosistemi, ed è anche un eccellente esempio del perché mai come oggi dobbiamo fare di tutto per ridurre gli effetti nefasti della nostra civiltà sull’unico pianeta che abbiamo.
 

Immagine di copertina: copyright Aggyrolemnoixytes/Paul Marek – Wikimedia

Marco Signore
Marco Signore
Laureato a Napoli in Scienze Naturali, PhD all'Università di Bristol in paleobiologia con specializzazioni in morfologia e tafonomia, è nella divulgazione scientifica da quasi 20 anni, e lavora presso la Stazione Zoologica di Napoli "Anton Dohrn". Nel tempo libero si occupa anche di archeologia, oplologia, musica, e cultura e divulgazione ludica.
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