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07 Nov 2016

L’U-Boot ed il mostro marino

Marco Signore

Marco Signore
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Questo mese parliamo di un presunto avvistamento non molto conosciuto, che risale alla prima guerra mondiale. Da quegli infausti giorni le acque degli oceani sono diventate terreno di caccia di un predatore ben più terribile di qualsiasi altro animale marino: il sommergibile da guerra. Qualche settimana fa, un noto quotidiano britannico ha pubblicato una notizia che riporta in auge i mostri marini. Naturalmente, non c’è alcuna prova della veridicità dei fatti, ma si tratta di un ottimo esempio per illustrare quanto la stampa in alcuni casi preferisce raccontare una bufala per fare spettacolo più che informarsi sulla realtà.

Questo mese parliamo di un presunto avvistamento non molto conosciuto, che risale alla prima guerra mondiale. Da quegli infausti giorni le acque degli oceani sono diventate terreno di caccia di un predatore ben più terribile di qualsiasi altro animale marino: il sommergibile da guerra. Qualche settimana fa, un noto quotidiano britannico ha pubblicato una notizia che riporta in auge i mostri marini. Naturalmente, non c’è alcuna prova della veridicità dei fatti, ma si tratta di un ottimo esempio per illustrare quanto la stampa in alcuni casi preferisce raccontare una bufala per fare spettacolo più che informarsi sulla realtà. Ma andiamo con ordine.

 

Il caso dell’UB-85

Durante un pattugliamento, la nave inglese Coreopsis catturò l’intero equipaggio del sommergibile tedesco UB-85, in circostanze abbastanza incredibili: infatti il pattugliatore inglese si trovò davanti il sommergibile in emersione e tutto il suo equipaggio si arrese all’istante senza nemmeno discutere. Il capitano del mezzo subacqueo, tale Gunther Krech, avrebbe dichiarato che la notte prima l’UB-85 era emerso per ricaricare le batterie, quando era stato improvvisamente attaccato da un gigantesco serpente marino, che in risposta al fuoco dei marinai aveva distrutto la torretta anteriore del vascello. Da allora il comandante e l’equipaggio avevano evitato di immergersi, e la vista del Coreopsis fu più che benvenuta, preferendo i tedeschi la resa all’affrontare di nuovo la bestia degli abissi.
Ma c’è di più: un altro sommergibile tedesco, l’U-28, silurò ed affondo il mercantile inglese Iberia. L’esplosione conseguente al colpo fece volare in aria ogni tipo di detriti della nave inglese, tra cui un coccodrillo di 18 (!) metri. Evidentemente la marina tedesca attirava i mostri marini.

 

Fatti o finzioni?

La realtà è che questi due episodi sono inventati di sana pianta, e fatti circolare su Internet; qualcuno ci crede o vede una notizia da pubblicare su un quotidiano, e la bufala è servita. Come sappiamo che si tratti di bufale in questi casi? Nessun mercantile inglese si chiamava Iberia in quel periodo, e per quanto riguarda l’UB-85, c’è una ben chiara nota nei registri navali inglesi in cui è scritto (cito testualmente): “(UB-85) colpito da fuoco del Coreopsis mentre cercava di immergersi. Riemerso, ha abbandonato il suo equipaggio a 5447N 0523W”.

Di più: recentemente sono stati pubblicate le dichiarazioni di alcuni membri dell’equipaggio (incluso il capitano), registrate negli archivi navali tedeschi sottratti dagli USA alla Germania al termine della seconda guerra mondiale: l’UB-85 sarebbe stato danneggiato perché uno dei portelli stagni non chiudeva bene a causa di alcuni cavi che servivano ad alimentare una stufa nella sala ufficiali, e non certo a causa di un mostro. Questi due esempi ci servono ancora una volta a ricordare che ogni notizia che leggiamo dovrebbe essere vagliata alla luce delle prove.

Quando non ci sono prove e fonti, siate pur certi che vi trovate davanti una bufala.

Marco Signore
Marco Signore
Laureato a Napoli in Scienze Naturali, PhD all'Università di Bristol in paleobiologia con specializzazioni in morfologia e tafonomia, è nella divulgazione scientifica da quasi 20 anni, e lavora presso la Stazione Zoologica di Napoli "Anton Dohrn". Nel tempo libero si occupa anche di archeologia, oplologia, musica, e cultura e divulgazione ludica.
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