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12 Apr 2019

La lucertola sommozzatore

Marco Signore

Marco Signore
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I vertebrati hanno dovuto affrontare un lungo cammino e una serie di incredibili trasformazioni per conquistare le terre emerse, e sono tutt’oggi tra i pochissimi gruppi animali ad aver completamente abbandonato la dipendenza dall’acqua e a essersi adattati a quasi tutti gli ambienti terrestri. Tuttavia, il ritorno all’acqua dei tetrapodi (cioè i vertebrati con quattro zampe), si è verificato diverse volte sin dall’inizio dell’evoluzione delle forme terrestri: ittiosauri, plesiosauri, coccodrilli, tartarughe, serpenti e mammiferi sono gli esempi più eclatanti di come i vertebrati possano tornare a vivere in acqua, spesso perdendo la capacità di muoversi sulla terraferma.

I vertebrati hanno dovuto affrontare un lungo cammino e una serie di incredibili trasformazioni per conquistare le terre emerse, e sono tutt’oggi tra i pochissimi gruppi animali ad aver completamente abbandonato la dipendenza dall’acqua e a essersi adattati a quasi tutti gli ambienti terrestri. Tuttavia, il ritorno all’acqua dei tetrapodi (cioè i vertebrati con quattro zampe), si è verificato diverse volte sin dall’inizio dell’evoluzione delle forme terrestri: ittiosauri, plesiosauri, coccodrilli, tartarughe, serpenti e mammiferi sono gli esempi più eclatanti di come i vertebrati possano tornare a vivere in acqua, spesso perdendo la capacità di muoversi sulla terraferma.

 

Vivere in acqua però presenta un problema di difficile risoluzione per i “terricoli”: la respirazione. Una volta perse le branchie, infatti, i tetrapodi non le hanno più riacquistate e devono comunque respirare aria e delegare i polmoni agli scambi gassosi, con l’eccezione degli anfibi attuali, che possono usare anche la pelle a questo scopo. Lo stesso problema, naturalmente, ce l’hanno anche gli artropodi terrestri, come i ragni. Forse però non tutti sanno che esistono ragni adattati a vivere immersi in acqua, come il “ragno palombaro” del genere Argyroneta (presente anche in Italia), capace di costruire con la sua tela delle vere e proprie campane da immersione in cui trova rifugio sotto la superficie di stagni e laghetti. Questo curioso aracnide, come d’altronde fanno anche alcuni insetti acquatici, si “veste” di una bolla d’aria per poter respirare sott’acqua, esattamente come noi facciamo indossando lo scafandro da palombaro. Aspettarsi un simile comportamento da una lucertola, però, è davvero una sorpresa, come stiamo per scoprire.

 

Ecco Anolis aquaticus

 

La dottoressa Lindsey Swierk è un’esperta in anolidi, lucertole diffuse nelle Americhe. Tra questi bellissimi e spesso molto colorati rettili, c’è una specie che vive in prossimità dei corsi d’acqua del Costa Rica, Anolis aquaticus, e che spesso ricorre a un tuffo in acqua come difesa contro i predatori. Durante uno studio di campo, la dottoressa Swierk ha cominciato a osservare che queste piccole lucertole restavano in immersione diversi minuti – la capacità di apnea non è una novità tra i tetrapodi, ma lo è tra le lucertole. Il record da lei registrato è stato di circa 16 minuti, che è davvero tanto per un animale così piccolo. Incuriosita, la studiosa ha utilizzato telecamere acquatiche per seguire le lucertole sott’acqua e ha fatto una scoperta incredibile: A. aquaticus è in grado di creare un “casco” d’aria, una bolla che circonda completamente la sua testa e usarla per immergersi.
Non solo: le analisi dei contenuti dello stomaco hanno dimostrato che questa specie di Anolis si nutre di insetti acquatici, quindi è pure in grado di cacciare in ambiente subacqueo.

 

Sommozzatori si diventa!

 

Un simile adattamento tra i vertebrati non era ancora stato descritto e la dottoressa Swierk sta divulgando i risultati del suo lavoro di campo in una pubblicazione, oltre che sul sito web Anole Annals. Probabilmente la forma della testa di A. aquaticus favorisce la ritenzione del “casco” d’aria dell’animale e, quindi, permette a questa curiosa lucertola una vita acquatica del tutto inattesa. Troverete maggiori informazioni nell’ultimo numero di Herpetological Review, ma nel frattempo potete guardare il video registrato da Lindsey Swierk per godervi le incredibili capacità acquatiche di questa piccola, straordinaria lucertola americana.

 

{youtube}https://www.youtube.com/watch?v=gDwqWAv1RO4{/youtube}

 

 

Immagine di copertina: esemplare di Anolis aquaticus. Credits: Lindsey Swierk

Marco Signore
Marco Signore
Laureato a Napoli in Scienze Naturali, PhD all'Università di Bristol in paleobiologia con specializzazioni in morfologia e tafonomia, è nella divulgazione scientifica da quasi 20 anni, e lavora presso la Stazione Zoologica di Napoli "Anton Dohrn". Nel tempo libero si occupa anche di archeologia, oplologia, musica, e cultura e divulgazione ludica.
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