Recentemente è stato pubblicato sul prestigioso Philosophical Transactions of the Royal Society un articolo sulle analisi genetiche effettuate su peli attribuiti nientedimeno che all’abominevole uomo delle nevi. La ricerca dello Yeti (e dei suoi numerosi “parenti” antropomorfi come Sasquatch, Wendigo e altri) non si ferma, nonostante false prove e testimonianze siano più abbondanti delle stelle in una galassia.
Recentemente è stato pubblicato sul prestigioso Philosophical Transactions of the Royal Society un articolo sulle analisi genetiche effettuate su peli attribuiti nientedimeno che all’abominevole uomo delle nevi. La ricerca dello Yeti (e dei suoi numerosi “parenti” antropomorfi come Sasquatch, Wendigo e altri) non si ferma, nonostante false prove e testimonianze siano più abbondanti delle stelle in una galassia.
I ricercatori, guidati da B. Sykes dell’università di Oxford, sono partiti da 57 presunti campioni di peli di Yeti e cugini nordamericani, per restringere il campo – tramite analisi preliminari – a soli 37 campioni. Di questi 37 campioni, dopo trattamenti volti a purificarli da eventuali contaminazioni, ben 35 sono risultati appartenenti a mammiferi esistenti di vario genere, che includono orsi, procioni, vari erbivori, cani, umani, e persino un terribile istrice. Ma due campioni, entrambi provenienti dall’Himalaya, si sono rivelati appartenenti a qualcosa di diverso.
I misteriosi peli dell’Himalaya
Purtroppo per gli appassionati di misteri, non si tratta comunque di giganteschi e sconosciuti ominidi, ma ancora una volta di un orso, un ibrido tra l’orso nero (Ursus arctos) e l’orso polare (Ursus maritimus). Simili ibridi sono noti dalle isole Admiralty, Barayanov e Chicagov (Alaska), ma nel caso degli esemplari studiati si potrebbe trattare di discendenti di un’ibridazione avvenuta in qualche momento all’inizio della divergenza tra le due specie di orso.
In ogni caso, nonostante le numerose teorie proposte per spiegare l’esistenza di popolazioni di Yeti (relitti di neanderthaliani, popolazioni sopravvissute di Gigantopithecus, un’enorme scimmia preistorica, o addirittura ibridi tra umani e altri mammiferi), lo Yeti resta una figura leggendaria e si ostina a non uscire dal mito per diventare parte del nostro mondo. Forse, pensandoci bene, non ha tutti i torti.
