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22 Set 2017

Come affrontare il virus Chikungunya?

Barbara Mognetti

Barbara Mognetti
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Sale di giorno in giorno nel Lazio e in tutta Italia il numero dei contagiati dal virus Chikungunya. Al 20 settembre, sono stati notificati alle autorità 86 casi: la maggioranza dei contagi riguarda persone che risiedono o hanno soggiornato ad Anzio, ma infezioni si sono presentate anche in Emilia Romagna, Lombardia e nelle Marche.

Sale di giorno in giorno nel Lazio e in tutta Italia il numero dei contagiati dal virus Chikungunya. Al 20 settembre, sono stati notificati alle autorità 86 casi: la maggioranza dei contagi riguarda persone che risiedono o hanno soggiornato ad Anzio, ma infezioni si sono presentate anche in Emilia Romagna, Lombardia e nelle Marche.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) non esclude che nei prossimi giorni possano verificarsi altri casi nel nostro Paese, dove nel 2007 si era già manifestata un’epidemia di Chikungunya con almeno 130 pazienti coinvolti.

 

Cos’è il virus Chikungunya

Il Chikungunya è un arborvirus, un virus il cui genoma è costituito da RNA, isolato per la prima volta tra il 1952 e il 1953 dopo un’epidemia che si verificò in quella che è l’odierna Tanzania. Il suo nome deriva dal termine makonde che significa “ciò che piega” o “contorce”, ed è legato alla manifestazione clinica della malattia acuta: febbre alta e importanti dolori articolari e muscolari che limitano i movimenti al punto da spingere i pazienti a restare immobili nella posizione in cui si trovavano quando sono comparsi i primi dolori.
La malattia esordisce circa 3 giorni dopo l’infezione, e la comparsa della febbre coincide con il picco della viremia: nel sangue di una persona infetta al culmine della malattia si possono trovare facilmente un miliardo di particelle virali per millilitro di sangue. Al momento non esistono farmaci specifici per trattare l’infezione, né disponiamo di vaccini per prevenire la malattia da Chikungunya. Anche per questa ragione, le autorità sanitarie insistono sulla necessità di stabilire interventi atti a prevenire il diffondersi delle infezioni.

 

Come si trasmette la Chikungunya

La malattia è trasmessa da una zanzara del genere Aedes (come Aedes aegypti e Aedes albopictus), comunemente chiamata zanzara tigre. Queste zanzare possono diventare serbatoi del virus pungendo una persona malata nella fase acuta, e trasmettere l’infezione pungendo poi un altro individuo. Non è stata dimostrata, a oggi, una trasmissione diretta da persona a persona. La preoccupante diffusione di questa malattia, che l’OMS annovera fra le patologie riemergenti, è facilitata da molti fattori, tra cui l’aumento dei viaggi aerei che permette la veloce diffusione delle zanzare vettore.

La prevenzione che può essere attualmente messa in atto nel nostro Paese passa dalla riduzione del rischio di farsi mordere dalle zanzare, utilizzando repellenti e bonificando le aree dove si concentrano le zanzare (per esempio le acque stagnanti). Non essendo possibile eseguire analisi per rivelare la presenza del virus nel sangue, in via precauzionale, nelle aree in cui si è manifestata la malattia è stata messa in atto una sospensione temporanea di donazioni, per impedire che il sangue donato possa essere vettore di infezione.

Il virus è stato isolato

È notizia delle ultime ore che il virus responsabile dell’epidemia di Chikungunya nel Lazio è stato isolato dal laboratorio di Virologia dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani e la sua sequenza è stata depositata; ciò faciliterà sicuramente la messa a punto di test diagnostici e sarà fondamentale per scoprire farmaci antivirali specifici ed efficaci.

 

Barbara Mognetti
Barbara Mognetti
Nata nel 1968 a Torino, dove si è laureata in Scienze Biologiche, ha proseguito gli studi a Ginevra e Parigi, e qui ha conseguito il Dottorato in Biologia Cellulare e Molecolare. Attualmente è ricercatrice dell’Università di Torino e vi insegna Farmacologia.
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